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Bari: 38enne adescava minorenni sui social network. Chiesti 9 anni di carcere

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La Procura di Bari ha chiesto una condanna a 9 anni di reclusione più 60mila euro di multa per un 38enne che adescava minorenni attraverso i social network.

Adescava minorenni attraverso i social network, usando una falsa identità. Per lui, Michele Lambrese, la Procura di Bari ha chiesto una condanna a nove anni di reclusione oltre al pagamento di 60mila euro di multa. Il processo nei confronti dell’uomo, un 38enne originario di Modugno (Bari), si sta celebrando con il rito abbreviato. Secondo l’accusa, l’imputato avrebbe inviato a bambine di età compresa tra i 10 e i 14 anni dei video nei quali si denudava e si esibiva in atti di autoerotismo.

Le minorenni erano contattate attraverso Facebook

Le accuse che pendono sul capo di Lambrese sono corruzione di minorenne, pornografia minorile e adescamento di minori. I fatti contestati sarebbero accaduti tra il mese di marzo e quello di settembre del 2015. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, il 38enne avrebbe usato false identità per contattare minorenni su Facebook e, una volta ottenutane la confidenza, inviare loro in privato dei video porno che lo ritraevano. In una occasione, presentandosi in chat con il nome di Checco e fingendo di avere 16 anni e mezzo, Michele Lambrese sarebbe anche riuscito a farsi mandare da una ragazzina alcune foto intime. L’uomo si trova recluso in carcere dal 10 dicembre del 2015. La sentenza del processo, che si sta svolgendo davanti al gup del Tribunale di Bari Rosa Anna Depalo, dovrebbe arrivare il prossimo 14 luglio.

In tutto 8 le minorenni contattate. Indagini svolte dalla Polizia Postale

Stando a ciò che è emerso dalle indagini, svolte dalla Polizia Postale sotto il coordinamento della pm Simona Filoni, a ricevere i video a luci rosse sarebbero state in tutto 8 minorenni, poco più che bambine. I filmati mostravano Lambrese completamente nudo, disteso su un letto, mentre si dedicava ad atti di autoerotismo, senza però che nelle immagini fosse visibile il suo volto. Una delle ragazzine adescate dall’uomo si è costituita parte civile nel procedimento contro lui.