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Bari, disposti i domiciliari per Francesco Assunto: soffocò un ragazzo di 27 anni per 16 minuti

Forze dell'ordine

Accolto parzialmente il ricorso della Procura riguardo il provvedimento su Francesco Assunto: secondo il Riesame vi sono indizi per considerare l'omicidio da parte dell'uomo di natura volontaria e ipotizzare il pericolo di reiterazione del reato

Si aggiorna l’indagine per omicidio su Francesco Assunto. Accolto parzialmente il ricorso della Procura dal Tribunale del Riesame di Bari, che dispone gli arresti domiciliari per il 32enne gestore di un bar nel comune di Bitritto (BA) accusato di aver ucciso intenzionalmente il 27enne Giovanni Palazzotto.

Lo ha soffocato comprimendogli le ginocchia sul torace

Secondo il Riesame, l’omicidio per soffocamento durato ben 16 minuti avvenuto lo scorso 20 novembre sarebbe appunto intenzionale. Ricordiamo che, stando a quanto confermato dagli inquirenti, Palazzotto avrebbe mostrato l’intenzione di fare ingresso nel locale gestito da Assunto e di danneggiarlo. Per questa ragione, il barista avrebbe reagito bloccando a terra il 27enne per circa 16 minuti comprimendogli il torace con le ginocchia e soffocandolo. Dopo il fatto, Assunto era stato arrestato per omicidio, ma fu scarcerato poco dopo dal gip che non aveva convalidato il provvedimento. Il giudice aveva ritenuto che l’indagato avesse agito «per legittima difesa o per un eccesso colposo della stessa».

Gli esiti del riesame

Secondo il Riesame, invece, vi sono indizi di grave colpevolezza a carico del barista 32enne per considerare l’omicidio di natura volontaria e ipotizzare addirittura il pericolo di reiterazione del reato. Si legge nel provvedimento: «La violenza e l’assenza di remore morali, la spietata freddezza e l’accanimento mostrati da Assunto non possono dirsi sopiti. Esiste quindi il pericolo che l’indagato commetta altri delitti dello stesso tipo». E continuando, l’imputato avrebbe agito: «in maniera continuativa con la forza fisica e con continui insulti, non mostrando pietà neppure quanto il giovane era in fin di vita».