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Bari, muore dopo 5 ricoveri: indagati 47 medici

Bari

Bari ed un possibile caso di malasanità. Uomo di 72 anni muore dopo 5 ricoveri in diverse strutture ospedaliere. La Procura provinciale indaga sul caso.

Bari è il possibile scenario di un caso di malasanità, dopo che un anziano di 72 anni muore al termine di un lungo calvario, che lo ha visto ricoverato in ben cinque strutture ospedaliere diverse del capoluogo pugliese. La Procura di Bari è intervenuta ed avviate le indagini del caso.

E’ certamente prematuro parlare di deficit nelle cure o nell’assistenza, di errori od omissioni, ma il caso che oggi raggiunge la cronaca in diversi quotidiani ed agenzie fa quanto meno scattare il sospetto, che ci si trovi davanti ad un nuovo caso di malasanità.

Per capirlo è necessario fare un passo indietro nel tempo e più specificatamente al 18 febbraio scorso, quando il 72enne Vincenzo Mecca rimane vittima di un incidente stradale. Quel giorno una moto di grossa cilindrata lo travolge, ed a guidarla era un uomo di 35 anni.

Dalle indagini condotte subito dopo l’accaduto, le autorità competenti scoprivano intanto che la motocicletta non era assicurata, ma cosa ancora più grave, al conducente del mezzo era stata revocata da qualche tempo la patente.

Mecca veniva naturalmente soccorso dal personale sanitario del 118 e successivamente trasportato d’urgenza presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Mater Dei di Bari. Presso questa struttura, la prima che Mecca incontrerà nel suo percorso clinico, gli vengono praticate le cure del caso, compresi gli accertamenti clinici e diagnostici necessari.

Al termine di queste procedure, che vedevano assegnare al paziente il codice verde (ovvero un basso grado di criticità clinica), Vincenzo Mecca veniva dimesso dalla struttura ospedaliera, con una prognosi contenuta in sette giorni. Nell’insieme la sua permanenza presso il Pronto Soccorso dell’ospedale Mater Dei dura solo poche ore.

I problemi fisici tuttavia non terminano una volta dimesso, anzi a pochi giorni dalla dimissione dal Pronto Soccorso, Mecca accusa dei forti dolori a carico della regione addominale, e questo lo spinge a raggiungere il Policlinico di Bari. Lì viene di nuovo visitato ed i medici diagnosticano una rottura della milza. Per tale ragione intervengono chirurgicamente in regime d’urgenza, asportando l’organo.

La rimozione della milza avrebbe dovuto risolvere definitivamente i problemi clinici del paziente, ma così non è purtroppo. Infatti il 72enne non riesce a recuperare nella fase post-operatoria, e le sue condizioni cliniche rimangono per molto tempo critiche.

Il 4 aprile dato il perdurare delle sue pessime condizioni, i medici del Policlinico di Bari decidono di affidare il paziente ad un’altra struttura ospedaliera, segnatamente quella a Castellana Grotte. In questo luogo, il terzo “visitato” da Vincenzo Mecca, si proseguono le cure del caso, benché qualche tempo dopo per il 72enne viene predisposto il trasferimento presso un ulteriore nosocomio.

Questa volta i sanitari decidono di inviarlo all’ospedale di Turi, nella speranza che questa scelta determini miglioramenti clinici a vantaggio del paziente. Qualcosa non funziona evidentemente, e così si arriva al quinto ospedale per Mecca, che in questo caso è situato ad Acquaviva.

E’ proprio qui che Mecca trova la morte, in circostanze tutte da chiarire, e che fanno pensare che qualcosa non abbia funzionato nella catena di trasferimenti e ricoveri decisi dai sanitari per lui.

A questo punto entra in gioco la Procura di Bari, che apre un’indagine sull’accaduto, chiamando in causa ben 47 medici diversi, per quello che rappresenta un triste record. Ora gli operatori dovranno chiarire il modo con cui si sia intervenuti su Vincenzo Mecca, spiegando naturalmente per quali ragioni sia intervenuta la morte dello stesso, dopo aver eseguito ben cinque ricoveri in altrettante strutture ospedaliere.