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Bari, tre bambini ricoverati per sindrome di Kawasaki post Covid: i sintomi da monitorare

Bambini

Nell’ospedale pediatrico di Bari, tre bambini sono stati ricoverati per sindrome di Kawasaki post Covid: quali sono i sintomi da monitorare.

I bambini di età compresa tra i 3 e i 12 anni che hanno contratto il coronavirus possono sviluppare una iper-infiammazione multisistemica che compromette il funzionamento di svariati organi. L’infiammazione può manifestarsi dopo due o cinque settimane dall’avvenuto contagio e può evidenziarsi anche nei soggetti positivi al Covid risultati, però, asintomatici.

In provincia di Bari, negli ultimi giorni, sono stati ricoverati altri tre bambini affetti da simili complicanze mediche.

Bari, tre bambini ricoverati per sindrome di Kawasaki post Covid

Tre bambini, tutti maschi, sono stati trasferiti presso l’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari: il più piccolo dei pazienti ha tre anni e mezzo, è affetto da “un’infiammazione del cuore importante” e proviene dalla provincia di Bari mentre gli altri due hanno rispettivamente sette e dieci anni, risiedono a Cerignola e a Fasano, e presentano condizioni di salute più stabili.

I piccoli pazienti sono tutti affetti dalla cosiddetta sindrome di Kawasaki, emersa poche settimane di dopo la comparsa del SARS-CoV-2. La sindrome viene chiamata dagli specialisti Multysystem inflammatory syndrome in children e abbreviata nella sigla Mis-C. La patologia, qualora non dovesse essere diagnosticata e curata in tempo, può rivelarsi fatale per i può piccoli.

Bambini, sindrome di Kawasaki: i sintomi da monitorare

Le condizioni mediche dei tre bambini ricoverati all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari sono state commentate dal pediatra Francesco La Torre, membro della Società italiana di pediatria e referente della Mis-C per la Regione Puglia.

A proposito del paziente più piccolo, gravato da “un’infiammazione del cuore importante”, il dottor La Torre ha spiegato che, inizialmente, il bambino era ricoverato insieme a uno dei genitori e aveva contratto il Covid in forma asintomatica. Gli altri due bambini, invece, erano risultati positivi al SARS-CoV-2 ma non avevano sviluppato una forma asintomatica dell’infezione: “In questi casi, le famiglie erano al corrente della positività al virus”.

Nei bambini, tuttavia, a prescindere dalla presenza o assenza di sintomatologia da SARS-CoV-2, è fondamentale monitorare le settimane che seguono il primo tampone positivo al virus e fare attenzione a sintomi tipici della Mis-C che il bambino potrebbe manifestare.

Nel caso in cui la sindrome di Kawasaki venga innescata dal Covid, tra i sintomi più evidenti della patologia possono essere citate febbri che superano i 38° della durata di un paio di giorni e alle quali si aggiungono almeno altri duefattori. Il dottor La Torre, infatti, ha sottolineato che, insieme alla febbre alta, i bambini sviluppano anche altri sintoni così descritti: “Per esempio, un mal di pancia intenso, che abbiamo riscontrato in quasi tutti i bambini curati qui. Molto diffuso è pure l’arrossamento delle labbra che sembrano colorate con un rossetto”.

Altri segni evidenti che possono ricondurre alla Mis-C, poi, sono l’arrossamento degli occhi, la presenza di macchie sulcorpo che possono assomigliare a quelle tipiche del morbillo o di altre malattie esantematiche.

Ulteriori problematiche che i bambini possono sviluppare con la sindrome di Kawasaki, inoltre, riguardano aspetti non facilmente individuabili e che risultano particolarmente pericolosi come la miocardite, ossia un’infiammazione del cuore.

Le condizioni dei bambini affetti da sindrome di Kawasaki

In relazione alla situazione emersa presso l’ospedale pediatrico Giovanni XXIII, il dottor La Torre e i suoi colleghi del reparto di pediatria ospedaliera, diretto dal dottor Fabio Cardinale, hanno diagnosticato una miocardite nel 60% dei casisinora ricoverati e curati presso il nosocomio barese, su un totale di 24 pazienti ricoverati a partire da ottobre 2020.

Inoltre, tra ottobre 2020 e aprile 2021, in Puglia, sono stati segnalati il 12% dei 200 casi di Mis-C finora registrati entro tutto il territorio nazionale ma gli specialisti si aspettano, in futuro, un progressivo aumento di pazienti affetti da una simile patologia.

Intanto, i nuovi tre pazienti ricoverati nella struttura ospedaliera di Bari resteranno in osservazione fino al regredire dei sintomi e riceveranno terapie basate sulla somministrazione di immunoglobuline e cortisone ad alte dosi.

A questo proposito, il dottor La Torre ha spiegato che “soltanto per il paziente di tre anni e mezzo è stato necessario somministrare l’Anakinra”, ovvero un farmaco sperimentale che, nei casi di Mis-C più gravi, rappresenta l’unica alternativa valida per scongiurare il trasferimento in terapia intensiva.