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Bassetti: “Eliminare lo stato di emergenza con la terza dose di vaccino contro il Covid”

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Per Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, è già il momento di pensare alla terza dose.

Il direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ha voluto esprimere la sua opinione circa l’importanza della terza dose di vaccino anticovid per tutti gli italiani e la possibilità di un prolungamento dello stato di emergenza che, attualmente, dovrebbe scadere alla fine del mese di Luglio.

Bassetti: la terza dose di vaccino anticovid

Secondo Bassetti, la terza vaccinazione “si farà a distanza di un anno dalla prima”. Il Direttore ha anche affermato tutta la sua perplessità nel “mantenere o meno lo stato di emergenza in quell’occasione”. Per il Direttore del San Martino, infatti, non si può mantenerlo per sempre (“non sarebbe un bel segnale per il Paese”). Fondamentale, inoltre, sarebbe dare continuità al processo di vaccinazioni in corso in tutto il Paese con la consapevolezza che dopo un anno dalla prima dose dovremo fare il richiamo.

Bassetti: “Già ora di pensare alla terza dose”

Per Bassetti, infatti, è già tempo di pensare a “come organizzare la futura campagna vaccinale”.  A questo proposito, Bassetti ha fatto presente come i richiami andranno fatti una volta all’anno e “potrebbero somministrarli i medici di base, le farmacie, o si potrebbe mantenere un hub gigantesco, oppure trovare altre strutture”. Sempre secondo il direttore Bassetti, la terza dose sarebbe paragonabile alla dose di richiamo che attualmente sia fa annualmente per l’influenza. “Chi si è vaccinato per primo, a dicembre,” spiega l’infettivologo genovese “farà una dose di richiamo verosimilmente tra dicembre e gennaio, quindi dopo un anno”.

Bassetti, terza dose e stop mascherine

Oltre a rimarcare la necessità della terza dose, il medico ha infine manifestato la sua contrarietà anche su un altro argomento molto attuale, ovvero l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto. Secondo Bassetti si rischia di “sminuire un presidio medico fondamentale, oltre che svilire un provvedimento importante, mentre potremmo averne nuovamente bisogno da settembre”.

Inoltre, i cittadini “potrebbero non comprendere perché le stiamo utilizzando all’aperto e diventerebbe un’imposizione, finendo per non funzionare. Far indossare la mascherina all’aperto con il caldo di questi giorni, è anacronistico”. L’infettivologo ha poi invitato a guardare il comportamento degli altri Paesi europei i quali “si stanno avviando verso maggiori libertà, in certi casi anche avendo effettuato meno vaccini di noi”.

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