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Batterio killer a Verona, 7 indagati per il focolaio in ospedale: omicidio e lesioni colpose

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Il batterio si sarebbe diffuso da un rubinetto usato per il latte in polvere e l'ipotesi è di omicidio colposo e lesioni gravi.

Proseguono le indagini per fare giustizia sulla prematura scomparsa di molti neonati all’ospedale di Verona a causa di un batterio killer: per la tragica vicenda 7 persone sono state iscritte nel registro degli indagati.

Batterio killer all’ospedale di Verona, 7 indagati

Sono 7 gli indagati nell’inchiesta sull’infezione da Citrobacter. In seguito alla lunga indagine condotta dalla Procura di Verona sono stati indagti ex vertici e medici della struttura ospedaliera. L’accusa è di omicidio colposo e lesioni colpose gravi e gravissime in ambito sanitario.

Sono 89 i neonati uccisi o danneggiati a causa dell’infezione diffusa nell’ospedale di Verona. Ai 7 indagati erano già stati indirizzati provvedimenti amministrativi.

Batterio killer all’ospedale di Verona, chi sono i 7 indagati

Finiti al centro delle indagini Francesco Cobello, attuale direttore della Fondazione Scuola Sanità Pubblica, e Chiara Bovo, ex direttrice sanitaria e ora alla direzione della funzione ospedaliera a Schiavonia. Indagati anche il direttore medico della struttura, Giovanna Ghirlanda, e il collega Paolo Biban, primario di Pediatria.

La Procura di Verona indaga anche nei confronti di Evelina Tacconelli, direttrice del reparto di Malattie infettive, di Giuliana Lo Cascio, ex primaria facente funzioni del reparto di Microbiologia e Virologia, trasferita attualmente a Piacenza, e di Stefano Tardivo, risk manager della struttura.

Batterio killer a Verona, 7 indagati: cos’è successo

Il focolaio nella struttura ospedaliera era scoppiato da un rubinetto contaminato.

Dal rubinetto veniva prelevata l’acqua necessaria per la preparazione del latte in polvere dato ai bambini, che in seguito hanno subito gravi danni o sono ingiustamente deceduti.