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Quando è nata Bella Ciao: origine, significato e storia vera della canzone

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Chi ha inventato Bella Ciao? La storia della canzone inno della Resistenza: chi l'ha scritta, quando è stata scelta dai partigiani, testo e significato.

Quando è stata inventata e scritta Bella Ciao, la canzone simbolo della Resistenza e dei partigiani italiani durante la Seconda Guerra Mondiale?

Chi ha inventato Bella Ciao? La storia vera

Bella Ciao è nota nell’immaginario comune come la canzone simbolo della Resistenza e dei partigiani italiani durante il secondo conflitto italiano.

Per quanto riguarda la nascita della canzone, questa è alquanto incerta e dibattuta a livello storico. Secondo l’esperto Ruggero Giacomini, la prima attestazione scritta di Bella Ciao legata alla Resistenza italiana risale all’opuscolo La rappresaglia tedesca a Poggio San Vicino di don Otello Marcaccini, pubblicato nel 1945. Questa versione riporta i versi “se io morissi da Patriota / Bella ciao, ciao, ciao”, differenziandosi dalla versione attualmente conosciuta proprio per l’uso del termine “patriota” al posto di “partigiano”.

Un’altra attestazione riguarda una lettera del 24 aprile 1946, scritta dalla russa Lydia Stocks ad Amato Vittorio Tirabosti. Nella lettera, la donna ha scritto: “Ancora ricordo tutto quello che abbiamo provato, tutti quei giovani ragazzi che andavano a morire con il canto Bella ciao”.

Il testo della canzone partigiana, a ogni modo, sembra riprendere il canto ottocentesco Fior di tomba che iniziava con “Sta mattina, mi sun levata”. Altri, invece, fanno risalire il testo alle mondine padane. A questo proposito, lo storico Cesare Bermani sostiene che Bella Ciao sarebbe stata composta dal mondino Vasco Scansani di Gualtieri dopo il secondo conflitto mondiale.

Per quanto riguarda la musica, questa è stata composta da un autore sconosciuto.

Quando Bella Ciao è diventata la canzone della Resistenza?

Al momento, non esistono indizi che indichino la rilevanza del brano in periodo antecedente alla prima pubblicazione del testo, datata 1953. Inoltre, non ci sono tracce neppure nel periodo che coincide con l’immediato dopoguerra né nei canzonieri più importanti come Canzoniere italiano di Pierpaolo Pasolini o Canti Politici di Editori Riuniti del 1962.

All’epoca della Seconda Guerra Mondiale, come rivela Roberto Battaglia in Storie della Resistenza, l’inno ufficiale delle brigate partigiane Garibaldi era Fischia il vento, tratta dall’aria della famosa canzone popolare russa Katjusa.

A sostegno di quanto riferito dall’ANPI, anche molti storici italiani hanno riferito che Bella Ciao venisse cantata poco o non fosse cantata affatto dai partigiani durante la Resistenza.

Bella Ciao ha cominciato a essere intonata negli anni ’50 del secolo scorso durante i Festival mondiali della gioventù democratica che venivano organizzati in numerose città europee. In queste circostanze, veniva cantata prima dai delegati italiani e, poi, da quelli stranieri nelle rispettive lingue.

La popolarità del brano è aumentata negli anni ’60, cominciando a spopolare in occasione delle manifestazioni studentesche e operaie del ’68.

Testo e significato di Bella Ciao

La fortuna di Bella Ciao riguarda il significato del testo che rimanda a valori universali di libertà e opposizione contro dittature e guerre. Riferimenti che esulano dal colore politico, dal credo religioso e dalla “fazione” di appartenenza, mettendo in risalto in tutta la sua potenza e disperazione la figura dell’oppresso.

Il testo più noto della canzone è il seguente:

Una mattina mi son svegliato
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.

O partigiano portami via
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
o partigiano portami via
che mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.

Seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e le genti che passeranno
mi diranno che bel fior.

E questo è il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao, ciao, ciao
e questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà.

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