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Benevento frode su accoglienza: arrestato "re dei rifugiati"

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Arrestate 5 persone, tra cui tre funzionari pubblici e il "re dei rifugiati", per illeciti sulla gestione dei centri di accoglienza per migranti.

Operazione congiunta di Polizia e Carabinieri a Benevento. Emessa una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 5 persone, tra cui tre funzionari pubblici accusati a vario titolo di truffa ai danni dello Stato, frode e corruzione. In totale sono però 36 gli indagati, per comportamenti illeciti riguardanti la gestione dei centri di accoglienza per migranti della Provincia di Benevento. Ai domiciliari è finito anche il cosiddetto “re dei rifugiati”. L’inchiesta è partita a seguito di un esposto.

La frode sull’accoglienza

A finire agli arresti domiciliari anche il cosiddetto “re dei rifugiati” di Benevento. Da questa mattina è in esecuzione, infatti, una operazione congiunta della Polizia di Stato di Benevento, dei Carabinieri del Nucleo investigativo di Benevento e del Nas di Salerno. L’inchiesta, nata a seguito di un esposto del 2015, è coordinata dal procuratore capo Aldo Policastro e dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, con la collaborazione della pm Filomena Rosa.

Al centro dell’indagine gravi comportamenti illeciti riguardanti la gestione dei centri di accoglienza per migranti della Provincia di Benevento. Per questo motivo il gip ha messo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque persone, accusati a vario titolo di truffa ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche, frode in pubbliche forniture, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio.

Tra i cinque arrestati anche un funzionario pubblico, un impiegato del Ministero della Giustizia e un appartenente alle forze dell’ordine. In totale, però, sono trentasei gli indagati i quali farebbero parte di un sistema criminale che, secondo l’accusa, lucrava sulle assegnazioni pilotate dei migranti e sul sovraffollamento dei centri. In particolare, l’accusa contesta false attestazioni di presenze degli ospiti, grazie anche alla presunta connivenza dei pubblici dipendenti finiti agli arresti.

Il “re dei rifugiati”

Le investigazioni hanno permesso di ricostruire come alcuni degli indagati avrebbe truffato lo Stato e lucrato sulla pelle dei migranti, non una ma ben due volte. Maggiori informazioni sull’inchiesta si avranno nel corso di una conferenza stampa indetta per oggi alle 11:30 presso la Procura della Repubblica di Benevento. Stando alle anticipazioni riportate da Repubblica.it, però, a finire agli arresti domiciliari anche il cosiddetto “re dei rifugiati” di Benevento.

Si tratterebbe di Paolo Di Donato, a capo del consorzio “Maleventum” che gestisce tredici centri di accoglienza nel beneventano, che sembrano possano ospitare fino a 800 richiedenti asilo. In pochi anni era riuscito a creare un “impero” milionario sull’accoglienza dei migranti. L’uomo era già finito nel mirino della stampa. Già nel 2016 si parlava “dell’uomo in Ferrari che grazie ai profughi incassa 24mila euro al giorno”, come riportava Il Giornale citando un’inchiesta del giornalista Mario Giordano pubblicata nel libro “Profugopoli” (Mondadori).

Anche Redattoresociale aveva “denunciato carenze nel livello dell’accoglienza dei richiedenti asilo della struttura da parte di Maleventum”. Massimo Malpica de Il Giornale riferiva quindi che questa “dovrebbe avere un giro d’affari di almeno 8 milioni l’anno nonostante le gare vinte al ribasso, forte dei suoi mille posti letto spalmati in 15 strutture”. Con questa indagine, invece, la Procura avrebbe scoperto che il “re dei rifugiati” sarebbe riuscito a percepire, è questo l’impianto accusatorio, contributi dallo Stato anche se molti rifugiati che risultavano ospiti delle sue strutture erano già andati via. Il tutto con la presunta complicità di funzionari pubblici.