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Benevento, pedofilo ucciso appena fuori dal carcere

Uomo ucciso a Benevento

Un 45enne di Benevento appena uscito dal carcere è stato ucciso a colpi di pistola. Era accusato di pedofilia.

Giuseppe Matarazzo era da pochi giorni uscito dal carcere dove era detenuto con l’accusa di pedofilia. Nella serata di giovedì 19 luglio 2018 è stato ucciso a colpi di pistola in provincia di Benevento. Gli investigatori stanno indagando senza escludere nessuna pista per trovare l’assassino.

Ucciso mentre era in permesso premio

La vittima, Giuseppe Matarazzo, è un 45enne che si trovava fuori dal carcere grazie ad un permesso premio. Gli era stata data la possibilità di tornare libero per qualche giorno, dopo 9 anni, grazie alla sua buona condotta. Fu arrestato dai carabinieri il 4 marzo del 2009 con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una ragazzina di 15 anni. La Corte d’Appello di Napoli lo condannò nel dicembre del 2011 a scontare una pena di 11 anni e 6 mesi. Secondo l’accusa, infatti, Matarazzo aveva approfittato dello stato di vulnerabilità in cui si trovava la minorenne che aveva un’infatuazione per lui. La ragazza dopo qualche tempo si tolse la vita impiccandosi. L’uomo è stato ucciso giovedì 19 luglio 2018 nella sua casa a Frasso Telesino, in provincia di Benevento.

La ricostruzione

Gli inquirenti indagano senza sosta per trovare l’omicida e capire il motivo dell’uccisione. Non si esclude nessuna pista, dato che i carabinieri per ora non si sbilanciano sul movente. Da una prima ricostruzione fatta dai carabinieri sembra che qualcuno abbia esploso alcuni colpi di pistola contro l’uomo all’interno della sua abitazione. L’assassino è poi riuscito ad allontanarsi inosservato e senza essere notato da vicini o passanti. Matarazzo è morto sul colpo. Sul corpo della vittima sono stati eseguiti i rilievi nel tentativo di trovare eventuali tracce lasciate dall’assassino.

Per gli inquirenti sembra molto improbabile che Matarazzo, fuori da soli due giorni, abbia avuto il tempo di farsi qualche nemico. I carabinieri ipotizzano piuttosto che la vittima sia stata uccisa da qualcuno che aveva un conto aperto con lui da molti anni. Probabilmente c’era chi credeva che la pena inflittagli dalla corte d’assise e poi in appello fosse troppo riduttiva.

Le violenze sulla minore

I carabinieri arrivarono a lui indagando sull’apparentemente inspiegabile suicidio di Michela Iorillo. La ragazzina era figlia di un pastore e viveva nella casa vicina a quella di Matarazzo. Nel pomeriggio del 6 gennaio 2008 la giovane uscì di casa con la scusa di andare a nutrire gli animali del padre. In realtà si inoltrò nei campi, raggiunse un albero e lì si tolse la vita impiccandosi. I carabinieri scoprirono che Michela, infatuatasi di Matarazzo, era stata completamente soggiogata dall’uomo e da più di due anni era costretta a subirne gli abusi. Fondamentali per questa ricostruzione furono le confessioni di alcune amiche della ragazzina. Gli inquirenti scoprirono anche che, prima di Michela, Matarazzo aveva abusato sessualmente anche della sorellina.