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Beni culturali, Csel: Archivi comunali disomogenei, Pa si dotino di procedure snelle

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Roma, 28 nov. (Adnkronos/Labitalia) - Anche il comparto degli Archivi comunali "risente della carenza generalizzata di personale, in senso lato, e ancor più di personale specializzato". Emerge da un dossier elaborato dal Csel, Centro Studi Enti Locali, per Adnkronos. "Il tasso ...

Roma, 28 nov. (Adnkronos/Labitalia) – Anche il comparto degli Archivi comunali "risente della carenza generalizzata di personale, in senso lato, e ancor più di personale specializzato". Emerge da un dossier elaborato dal Csel, Centro Studi Enti Locali, per Adnkronos. "Il tasso di digitalizzazione di questi archivi -sottolinea il Csel- è altamente disomogeneo nel Paese. Ci sono realtà che già da decenni si sono attivate per intraprendere percorsi virtuosi che portino il proprio patrimonio informativo ad essere fruibile da chiunque, in qualunque momento. Altre che sono ancora anni luce indietro rispetto, ad esempio, a quanto prospettato dal Codice dell’Amministrazione digitale nel 2005".

"Un caso virtuoso da segnalare, in questo senso, è quello toscano dell’Ast. Negli ultimi decenni è stata messa in piedi una vasta campagna di riordinamento e inventariazione degli archivi storici comunali toscani, realizzata con il supporto della regione e delle amministrazioni locali, d’intesa con la Soprintendenza archivistica per la Toscana. Questa politica si è tradotta nel progetto Archivi Storici Toscani in Internet (Ast), finalizzato al recupero e alla diffusione in rete della produzione di inventari a stampa degli archivi storici comunali toscani, per garantirne una divulgazione più ampia", sottolinea il Csel.

“Basandoci su quanto osservato in questi oltre 20 di attività capillare negli enti locali italiani – osserva Centro Studi Enti Locali – è che le norme, anche quando ben scritte e quasi ‘avveniristiche’ come fu il Cad, corrano spesso più veloci di quanto non facciano gli enti. Prima ancora della indispensabile digitalizzazione, è fondamentale che le Pa locali si dotino di procedure snelle ed efficaci, che imparino a classificare correttamente i documenti, che non racchiudano i file in compartimenti stagni che non comunicano tra loro e che si dotino di strumenti e competenze adeguate per predisporre un back-end in grado di aprire la strada all’interoperabilità e alla reale utilizzabilità dei propri dati all’esterno. Solo così si raggiungerà una digitalizzazione in grado di tradursi in miglioramenti tangibili che impattino sulla vita dei cittadini”.