> > Berlino: parchi giochi, manicomi e stazioni abbandonati

Berlino: parchi giochi, manicomi e stazioni abbandonati

spreepark 1

Berlino, Londra, Parigi, Madrid, Roma. Le capitali europee sono un'instancabile meta di viaggio per la loro eterogeneità e storia. Ma, fra queste, non si può negare che Berlino si distingua fra tutte per le sensazioni totalmente diverse che offre. Una città con una storia breve, non paragon...

Berlino, Londra, Parigi, Madrid, Roma. Le capitali europee sono un’instancabile meta di viaggio per la loro eterogeneità e storia. Ma, fra queste, non si può negare che Berlino si distingua fra tutte per le sensazioni totalmente diverse che offre.

Una città con una storia breve, non paragonabile a quella di una città antica come Roma, ma così intensa da farsi pesante.

In questa comunione così stretta di vecchio e nuovo, di preservato, valorizzato e reinventato, si nota benissimo come non ancora tutto sia stato recuperato e rimesso in attività. Per questo motivo la città pullula letteralmente di siti abbandonati, dal più insignificante, come una semplice abitazione, al più maestoso e spettacolare.

Ognuno di questi edifici è il simbolo di una storia che si è evoluta ad una velocità impressionante, sull’onda di un mondo che è cambiato e si è evoluto con Berlino, suo malgrado, nell’occhio del ciclone.

Alcuni di questi luoghi sono facilmente raggiungibili, grazie alla loro posizione centrale o comunque ben collegata, e nessun esploratore urbano dovrebbe farsi scappare l’occasione di visitare almeno i più abbordabili.

spreepark-3

Spreewald a Treptowerpark. Un Luna Park abbandonato nel cuore di uno dei più grandi parchi cittadini. Scendete a Treptower Park, entrate nel parco e costeggiate il corso del fiume fino all’ingresso di questo enorme parco. Costruito dal governo della DDR nel 1969, alla caduta del muro venne acquistato da una compagnia privata. Nel 2001 il parco è stato chiuso per mancanza di fondi, e da allora giace in stato di completo abbandono.

ospedale-pediatrico-3-1

Ospedale pediatrico di Mariendorf Weg. Uno dei posti forse più accessibili, ma al contempo più inquietanti della città. Scendete alla fermata di Hermannstrasse, e proseguite verso sud fino ad incrociare Mariendorf Weg. Svoltate a destra e seguite la strada fino al numero 29. Armatevi di coraggio e scavalcate il cancello, per poi inoltratevi nel complesso di edifici, un mix di architetture fine-ottocentesche e post-belliche utilizzato fino alla metà degli anni ’90. Aggirarsi per i corridoi pieni di macerie, con le pareti ricoperte da disegni preesistenti o opera di writers urbani, è un esperienza da non perdere. Gli homeless la fanno da padroni, quindi un consiglio sarebbe di non andare da soli.

teufelsberg-3

Stazione radio a Teufelsberg. Tutti a Berlino conoscono il Teufelsberg, la montagna di macerie più alta di tutta la città con i suoi 115 metri s.l.m. La sua storia è inevitabilmente legata alla Seconda Guerra Mondiale, ma non finisce qui. Proprio su questa collina i britannici costruirono una grandiosa stazione radar, allo scopo di spiare i movimenti dei Sovietici aldilà della Cortina di Ferro. Ma la Guerra Fredda è finita, e i suoi simboli sono spesso ancora li a ricordarci di quando il Mondo era fisicamente diviso in due.

Per arrivarci prendete la S5 verso Westkreuz, e scendete due fermate fuori dal Ring, ad Heerstrasse. Da lì proseguite per circa 3 km sulla strada asfaltata che attraversa la foresta di Grunewald, per svoltare poi a destra sulla via in salita da cui si da la “scalata” al monte, fino all’ingresso dell’impianto.

Il sito è attualmente affidato alla gestione di una qualche non meglio nota associazione che ne gestisce l’accesso, a pagamento, delle comitive turistiche accompagnate da guide. All’ingresso si firma un foglio in cui ci si dichiara responsabili della propria sicurezza, e un’impegnativa che vi lascia promettere di accedere solo agli edifici resi agibili.

teufelsberg-1

Tra questi, fortunatamente, c’è la torre più alta del complesso, al cui secondo piano c’è un’esposizione di street art permanente e dalla cui cima si gode di una vista a 360 gradi sulla città e sulla regione circostante.

Foto: Marco Bruni