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Berlusconi e il ponte sullo Stretto: un sogno spezzato dalla crisi e da Grillo

Silvio Berlusconi

Fra evergreen ed amarcord Silvio Berlusconi e il sogno mai realizzato del ponte sullo Stretto, sogno spezzato dalla crisi del 2008 e da Beppe Grillo

Silvio Berlusconi e il ponte sullo Stretto di Messina, un evergreen che torna per il voto del 25 settembre ed un sogno spezzato a suo tempo dalla crisi economica, da Beppe Grillo e dalla caduta proprio del governo del Cav. Ma quanto costerebbe oggi il progetto cassato allora da crisi economica europea ed arrivo del governo Monti?

Quando Grillo lo attraversò a nuoto

Prima un momento-amarcord: il 9 ottobre del 2012 la crisi economica globale iniziata nel 2008 mise fine al quarto governo Berlusconi e portò a Palazzo Chigi l’esecutivo forzosamente “sparagnino” di Mario Monti. In quel clima di austerity gli italiani andarono in crisi prima economica, poi di fiducia nella politica e in quel varco si inserì il Movimento 5 stelle. Anzi, fu proprio Beppe Grillo a dare il “colpo di grazia” pubblicistico al Ponte sullo Stretto di Messina. Lo fece partendo a nuoto dal porto di Reggio Calabria ed attraversando lo stretto di Messina a nuoto in circa un’ora di tempo. Grillo si prese la gloria, il M5s si prese gli italiani e il ponte restò un’incompiuta simbolo di un periodo in cui ogni opera pubblica aveva la patente dello “scialo”.

Berlusconi e i costi del ponte sullo Stretto

Oggi, con il Movimento ridotto ai minimi termini, Silvio Berlusconi in campagna elettorale ha ritirato fuori il progetto. Ma quanto costerebbe e chi dovrebbe pagarle l’opera? Nel 2021 l’idea era inserirla nel Recovery Plan ma la cosa naufragò perché quei fondi europei hanno spendibilità al 2026 e per fare il ponte ci vorrebbero non meno di 10 anni. Quei 3,9 miliardi stimati dovranno perciò essere finanziati dallo Stato italiano.