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Berlusconi condanna frode fiscale: la Corte europea chiede spiegazioni all'Italia sulla sentenza del 2013

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La Corte Europea chiede all'Italia di fornire spiegazioni sulla sentenza che nel 2013 condannò Silvio Berlusconi per frode fiscale.

In questi ultime settimane si è riaperta la questione legata alla condanna a quattro anni di reclusione per frode fiscale che ha riguardato il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, nel 2013. Tutto passa attraverso una serie di audio che hanno iniziato a circolare nei quali si sente un giudice in ruolo in quel processo, Amedeo Franco, che definisce la sentenza una “porcata” e parla di un “plotone di esecuzione” ai danni del Cavaliere. Le dichiarazioni in questione vengono rivolte proprio a Berlusconi nel corso di un incontro privato avvenuto tra i due. Quel giudice nel frattempo è deceduto, mentre il caso del processo sembra ora vivere un nuovo capitolo. In tutto questo è intervenuta anche la Corte europea dei diritti dell’uomo che ha chiesto all’Italia di chiarire le motivazioni dietro la sentenza della Cassazione del 2013.

Berlusconi, la Corte Europea sulla sentenza del 2013

Nello specifico i giudici di Strasburgo rivolgono al governo italiano dieci questiti atti ad evidenziare se Silvio Berlusconi abbia ricevuto, o meno, un processo equo nel 2013. Quella sentenza costò molto cara al leader di Forza Italia che dovette ai tempi rinunciare alla carica di senatore della Repubblica Italiana. La risposta alla Corte Europea sulla sentenza dovrà essere fornita dall’Italia entro il 15 settembre 2021.

La Corte Europea sulla sentenza Berlusconi del 2013

Tra le dieci domande poste dalla Corte Europea la più importante è: “Il ricorrente signor Silvio Berlusconi – scrivono da Strasburgo – ha beneficiato di una procedura dinanzi a un tribunale indipendente, imparziale e costituito per legge? Ha avuto diritto a un processo equo? Ha disposto del tempo necessario alla preparazione della sua difesa?” Quesiti che ora rilanciano la figura di Berlusconi e mettono la magistratura italiana sotto l’occhio del ciclone.

La sentenza di Berlusconi alla Corte Europea

Dopo la condanna nel 2013, Berlusconi ha perso – come detto – la carica di senatore ed ha scontato la sua pena per poi riabilitarsi ed essere rieletto al Parlamento europeo. Già nel 2014 però gli avvocati dell’ex Presidente del Consiglio si rivolsero alla Corte Europea chiedendo che il caso venisse revisionato per presunte violazioni dei diritti della difesa: dal taglio dei testimoni alle mancate traduzioni in italiano di determinati documenti. Le suddette richieste degli avvocati di Berlusconi erano già state tutte respinte dai giudici italiani, motivo per cui l’entourage legale del Cavaliere si era rivolto ai giudici di Strasburgo.