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Bersani contro Renzi: Pd fra arroganza e sudditanza

Matteo Renzi 1

Pierluigi Bersani si dice amareggiato per la contestazione da parte dei sostenitori di Matteo Renzi. “Fuori fuori? Ho provato grande amarezza”. Commento duro e diretto quello di Pierluigi Bersani alla contestazione dei “leopoldini”. “Fuori fuori?”, ha dichiarato l’ex segretario Pd, ...

Pierluigi Bersani si dice amareggiato per la contestazione da parte dei sostenitori di Matteo Renzi. “Fuori fuori? Ho provato grande amarezza”.

Commento duro e diretto quello di Pierluigi Bersani alla contestazione dei “leopoldini”. “Fuori fuori?”, ha dichiarato l’ex segretario Pd, “i leopoldini possono risparmiarsi il fiato, vanno già fuori parte dei nostri. Io sto cercando di tenerli dentro, ma se il segretario dice fuori fuori bisognerà rassegnarsi”.

Le polemiche indeboliscono il Pd

I cori della Leopolda hanno lasciato un segno, visto che Bersani ha raccontato di provare “una grande amarezza”. Ma il problema, secondo lui, è più ampio e riguarda l’indebolimento del Pd. “Mentre i leopoldini urlavano fuori fuori” ha raccontato Bersani, “a Monfalcone, da sempre carne nostra, abbiamo preso una batosta storica dalla Lega perché molti dei nostri non sono andati a votare. Io non ci ho dormito, non so altri”.

Un partito che si muove fra arroganza e sudditanza, necessario separare leaderhip di partito dalla guida del governo

Poi un duro attacco all’atteggiamento che, secondo Bersani, sta assumendo il Pd guidato da Matteo Renzi. “Vedo un partito che sta camminando su due gambe: l’arroganza e la sudditanza. Così non si va da nessuna parte, io non voglio niente se non parlare”. Nel partito servono “libertà, autonomia, schiena dritta, pensiero, democrazia”, “bisogna costruire un’area ulivista di centrosinistra, il Pd deve essere una infrastruttura, non può essere il pigliatutto con la logica del comando. Il segretario deve dare l’indicazione, ma poi ognuno sceglie con la propria testa”.

Infine una riflessione sul tema specifico del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Bersani si è detto preoccupato per “l’incrocio tra il referendum e l’Italicum, con un governo del capo e parte del Parlamento nominato”. “Non posso tollerare questo rischio con conseguenze gravissime”, ha aggiunto, “al congresso del Pd porrò il problema della separazione della leadership del partito con la guida del governo”.