> > Bilancio Ue: Italia pronta a mettere il veto, la Merkel scettica sull'accordo

Bilancio Ue: Italia pronta a mettere il veto, la Merkel scettica sull'accordo

default featured image 3 1200x900

Difficilmente si troverà un'intesa sul Bilancio Ue 2014-20 entro questo fine settimana. Quattordici ore di riunione non sono bastati a trovare un accordo tra i 27 paesi. Herman Van Rompuy è pessimista ma precisa che il mancato accordo non sarebbe una catastrofe. A mezzogiorno, dopo una notte d...

20121123-095827.jpg

Difficilmente si troverà un’intesa sul Bilancio Ue 2014-20 entro questo fine settimana. Quattordici ore di riunione non sono bastati a trovare un accordo tra i 27 paesi. Herman Van Rompuy è pessimista ma precisa che il mancato accordo non sarebbe una catastrofe. A mezzogiorno, dopo una notte di riflessione, la Plenaria si riunirà nuovamente.

Van Rompuy ritiene possibile un’intesa con una proposta che prevede 11 miliardi in più per le politiche di coesione per le regioni più svantaggiate e 7,7 miliardi in più per l’agricoltura. Il saldo finale – come riporta Repubblica – resta però invariato (80 miliardi in meno rispetto al totale di 1.091 miliardi proposto dalla Commissione Ue) perchè diminuiscono di 13 miliardi i fondi destinati allo sviluppo: 5 riguardano le grandi reti e 8 la ricerca e l’innovazione. Van Rompuy ha inoltre proposto di ridurre di 1,6 miliardi i fondi per la giustizia e la sicurezza e di 5,5 miliardi i fondi per la politica estera mentre non è stato modificato lo stanziamento per le spese amministrative.

Dal canto suo il Premier Monti, intrattenutosi con la stampa dopo il vertice, avverte: “Se le richieste sul bilancio 2014-2020 non dovessero essere accolte, l’Italia è pronta a mettere il veto. Quella sul bilancio “è una decisione che va presa all’unanimità – sottolinea – occorre che tutti i Paesi siano d’accordo”. “Sicuramente – avverte – se l’Italia si ritenesse significativamente insoddisfatta, non esiterebbe a non votare a favore, quindi a votare contro, così come farebbero altri Paesi”. Tuttavia, ha sottolineato, “siamo tutti qui per cercare di trovare una soluzione che sia accettabile per l’Italia, Paese che sette anni fa, in occasione del precedente negoziato, non ne uscì certo bene, quindi dobbiamo e vogliamo rimontare posizioni”.
Arrivare a un accordo, spiega Monti, è comunque possibile, “ma non è detto che ci si riesca e non sarebbe un dramma non riuscirci”. Perché questo, ha sottolineato, “è un negoziato molto complesso che avviene ogni sette anni, credo che sarebbe la prima volta nell’ipotesi che si chiudesse al primo tentativo”.

Parlando dell’ultima proposta del presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy – riporta l’Adnkronos – il premier lo ha definito “un documento molto complesso, che stiamo valutando”, con un “volume totale del bilancio invariato”. L’Italia, ha ricordato Monti, “era fra i Paesi favorevoli acché non venisse ridotto, mentre vi erano diversi altro Paesi che volevano che venisse ridotto”. “Notiamo anche – ha sottolineato ancora il premier – segnali di attenzione sul fronte della politica di coesione e della Pac, attenzione rispetto alle considerazioni fatte valere dall’Italia, sarebbe però prematuro esprimere un giudizio a questo stadio”.

Angela Merkel non nascondo il suo scetticismo: “Dubito che ci possa essere un risultato, le posizioni sono ancora troppo lontane”, ha detto la cancelliera. “C’e’ ancora molta strada da fare”, ha sottolineato, pur ammettendo che i leader “hanno fatto qualche progresso”.

Commentando la nuova proposta di bilancio di Van Rompuy – riporta l’Adnkronos – il presidente francese Francois Holland è chiaro: i tagli alla Pac “sono per noi ancora troppo importanti”. Secondo l’ultima bozza, le riduzione alla Politica agricola comune sarebbero di 17,8 miliardi, contro i 25,5 della proposta precedente. Oggi “comincerà la fase più dura del negoziato”, ha sottolineato Hollande, tornando ad augurarsi che “abbia successo”. E sullo sconto britannico, il presidente francese ha detto di “non poter accettare che alcuni fra i Paesi più ricchi dell’Unione chiedano ancora sconti, mentre la Francia non ne chiede”.