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Bimba diventa muta dopo il crollo del ponte Morandi

ponte Morandi Genova

Assiste al crollo del ponte Morandi e poi viene sfollata, perché la sua abitazione è nella zona rossa di Genova. Da allora, una bimba non parla più.

Dopo il crollo del ponte Morandi una bambina di Genova non riesce più a parlare, esprimendosi solo attraverso il disegno. La piccola inoltre è una dei 566 sfollati perché, assieme ai suoi genitori, ha dovuto abbandonare la casa che è nella zona rossa di Polcevera. “Se già per un adulto è complesso lasciare le proprie cose, figuriamoci per una bambina” spiegano gli psicologi di Emdr Italia.

In silenzio dopo il crollo del ponte Morandi

“In quegli istanti carichi di ansia nessuno si era accorto di quanto accaduto ad Adele (nome di fantasia, ndr), solo dopo i genitori si sono resi conto che era diventata improvvisamente silenziosa. Così sono venuti da noi” rivelano gli psicologi di Emdr Italia, associazione senza scopo di lucro di medici specializzati nel trattamento dei traumi. Adele il 14 agosto scorso abitava in quella che oggi è la zona rossa attorno al viadotto Polcevera. Quel giorno era in casa e stava osservando il temporale che imperversava su Genova. All’improvviso però c’è stato il boato, talmente forte da far smuovere i sismografi che hanno registrato un terremoto di primo grado.

Il ponte Morandi era crollato, trascinando con sé decine di macchine e provocando 43 morti e 566 sfollati. Tra questi, anche Adele che, dopo il disastro, è stata presa dai genitori e portata in strada, dove si erano riversati tutti gli abitanti di Polcevera. “Lo shock visivo ed emotivo ha prodotto un blocco nella bambina, che nei giorni successivi al crollo è peggiorato” raccontano gli psicologi, come riporta La Repubblica. Al trauma del crollo del ponte si è poi aggiunto quello causato dal dover abbandonare la propria casa.

“Se già per un adulto è complesso lasciare le proprie cose, – sottolineano – figuriamoci per una bambina”. I medici però assicurano che il blocco è solo “temporaneo”. Ai genitori di Adele viene quindi consigliato di stare il più vicino possibile alla piccola e di rassicurala. Nel frattempo, la bambina ha trovato un modo tutto suo per riuscire ad esprimere i propri sentimenti, attraverso il disegno.