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Bimbo autistico deriso dalle maestre in una chat di WhatsApp: "Forse dopo l'assenza torna miracolato"

bambino autistico deriso

"Forse dopo il periodo di assenza potrebbe tornare miracolato": così alcune maestre del bambino autistico parlavano di lui su un gruppo WhatsApp.

“Per una madre questo è un calvario”: queste le parole della mamma del bambino autistico deriso dalle sue maestre in una chat di WhatsApp. C’è una gioranta dedicata alla consapevolezza sull’autismo, giunta alla quindicesima edizione. Ci sono campagne di sensibilizzazione e si promuove un’informazione massiccia, affinché tutta la comunità sia in grado di comunicare nel modo corretto con le persone affette da autismo. Si ribadisce la necessità di sostenere la ricerca scientifica, che indaga le cause del disturbo (ancora in gran parte sconosciute). Ogni anno, il 2 aprile, molti monumenti si tingono di blu, eppure c’è ancora tanta strada da fare. Lo testimionia la triste storia che ha coinvolto il bambino di 6 anni di Roma Sud.

Bambino autistico deriso dalle maestre su WhatsApp

Ha 6 anni il bambino autistico protagonista di una notizia che lascia inorriditi. Il piccolo frequenta una scuola dell’infanzia di Roma. Le sue insegnanti, sia di sostegno sia di ruolo, avrebbero inviato alcune frasi offensive rivolte al bimbo. I messaggi sono stati scambiati in un gruppo WhatsApp nato appositamente per seguire con costanza l’andamento scolastico del bambino.

Ad aver denunciato il terribile gesto è stata la mamma del bimbo, che si è affidata all’Associazione campana “La battaglia di Andrea”, che dal 2020 si batte in difesa dei diversamente abili. Sulla chat alcune maestre scrivevano: “Forse dopo il periodo di assenza potrebbe tornare miracolato”. A gennaio, infatti, il piccolo è stato costretto a non andare a scuola a causa del Covid.

Il fatto è scoppiato solo alla fine del mese di marzo, ma i primi messaggi offensivi risalirebbero a ottobre 2021. A informare la mamma ci avrebbe penato un’operatrice. La madre ha commentato: “Mi ha fatto leggere di persona i messaggi. Mi è crollato il mondo addosso. Per una madre questo è un calvario”.

Le parole delle maestre

“Non svegliate il cane che dorme, speriamo continui a dormire”, scriveva una maestra. Non solo: “Auspicavano che le sue condizioni fossero tali da evitare il rientro a scuola, perché così loro avrebbero respirato e sarebbero state meglio”, fa sapere la mamma del bambino. “Lui è tornato a scuola? Almeno ci prepariamo all’evento”, chiedeva un’insegnante. Subito la risposta: “Hanno fatto il tampone ma sono ancora positivi, quindi la giornata comincia bene.

Il piccolo a scuola non ci è più tornato. A esserci andata è stata la madre. L’insegnante di sostegno negava tutto, non voleva parlare e a scuola sono arrivate anche le forze dell’ordine, avrei rischiato una denuncia per violazione della privacy poiché non facevo parte di quella maledetta chat. L’aspetto che più di ogni altro mi ha ferito è scoprire che delle insegnanti, che scelgono deliberatamente di occuparsi di disabili, possano arrivare a tanto, a offenderli, a dileggiarli”.