> > Bimbo iracheno muore in strada: la città non lo accoglie per via di una circ...

Bimbo iracheno muore in strada: la città non lo accoglie per via di una circolare

bimbo iracheno

Adan era un bimbo di 13 anni, costretto alla sedia a rotelle. La sua famiglia scappava dall'Iraq in guerra, ma né la Svezia, né l'Italia l'hanno accolto e assistito.

Adan aveva 13 anni, e rappresentava e rappresenta proprio l’innocenza. Il bambino viveva nella zona di Kirikuk, situato nel Kurdistan iracheno, ed era giunto con la famiglia in Europa per sfuggire alla guerra. Purtroppo Adan è ancora più sfortunato di altri. Infatti era obbligato a stare su una sedia a rotelle a causa di una distrofia muscolare. Volevano andare in Svezia, ma ci sono stati solo per due anni. Sono giunti a Bolzano, dove a causa di un incidente è morto la notte tra il 7 e l’8 ottobre all’ospedale San Maurizio.

Odissea del bimbo iracheno

Quella di Adan è una storia ed una morte che fa molta rabbia, perché non era questo il destino giusto per lui (e per nessuno), ma la situazione generale è stata gestita in modo superficiale e colpevole. Il bumbo iracheno era riuscito a scappare dagli orrori della guerra. Con lui ci sono il padre Hussen Abldum Rahman, la madre e altri tre fratelli più piccoli di 6, 10 e 12 anni. Erano arrivati in Svezia, tra mille fatiche e sacrifici. A rendere tutto più difficile, la situazione di Adan, costretto ad una sedia a rotelle. Ma la Svezia ha negato l’asilo a questa famiglia, respingendo la richiesta di protezione internazionale dopo due anni di accoglienza.

bimbo iracheno

Approdo in Italia

Da qui la scelta obbligata di andare a sud. Il nucleo familiare giunse così in Italia, a Bolzano. Anche in questo caso è stata una difficile odissea. E qui, finito il viaggio, entra in scena un decisivo e ingiusto vincolo burocratico. A causa dell’espulsione in Svezia, in combo Circolare Critelli, anche lo stato italiano non può garantire i servizi sociali ad Adan e alla sua famiglia, che si è vista così passare notti all’addiaccio o in alloggi di fortuna offerti da alcune associazioni di volontariato. Il bimbo iracheno, nel frattempo, inizia ad indebolirsi sempre più. Arriviamo quindi a venerdì scorso.

La sfortunata morte

Adan, che, ricordiamo, è costretto alla sedia a rotelle, stava venendo portato alla mensa della Caritas altoatesina. A causa dell’urto con una barriera architettonica, il bimbo iracheno è caduto, fratturandosi le gambe, aggravando le già precarie condizioni di salute a causa del viaggio e delle notti all’aperto. Portato in ospedale, la notte tra venerdì 6 ottobre e sabato 7 ci ha drammaticamente lasciato. Il bimbo iracheno è morto perché nessuno lo ha mai veramente aiutato da quando è in Europa.

Reazioni

Il padre ha detto disperato ai giornalisti: «Io ora chiedo soltanto un tetto per mia moglie e i miei tre figli. Ed una tomba per Adan». Stephane Jaquemet, portavoce dell’Acnur, ha invece dichiarato: «Un bambino deve essere considerato prima di tutto come un bambino con bisogni specifici, è una questione morale ancor prima che legale. Negare l’accoglienza a una famiglia con quattro figli minori di cui uno con disabilità è inaccettabile».