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Biologa scopre il bruco mangia-plastica, ma ora è disoccupata

bruco mangia-plastica

Una biologa italiana ha scoperto l'esistenza di un bruco mangia-plastica. Ma lo scadere del suo contratto le impedisce di andare avanti nella ricerca.

La biologa

Federica Bertocchini è una biologa italiana, di Piombino, in provincia di Livorno. Dopo aver conseguito il dottorato all’Istituto di Ricerca del San Raffaele ha lasciato l’Italia per continuare la sua opera di ricerca in altri paesi, in giro per il mondo. E’ stata per 20 anni alla Columbia University di New York, negli Stati Uniti; poi all’University College di Londra in Inghilterra e infine in Spagna, dove vive attualmente. Negli ultimi sette anni ha lavorato nei laboratori dell’Istituto di Biomedicina di Cantabria a Santander, in Spagna. Con l’Istituto spagnolo aveva un contratto di 5 anni più due e il suo compito era di presentare ricerche e progetti validi. Insieme ai suoi colleghi Paolo Bombelli – anche lui italiano – e Chris Howe, dell’Università di Cambridge ha fatto una clamorosa scoperta: esiste un bruco mangia-plastica.

Il bruco mangia-plastica

A essere più precisi la ricerca che Bertocchi stava conducendo non verteva affatto sulla ricerca di un “bruco mangia-plastica”. Quello che lei e i suoi colleghi stavano studiando era la larva della farfalla Galleria Mellonella. Questa farfalla, in stato larvale, è detta anche “tarma della cera“, perché pare essere ghiotta di questa sostanza. Quello che hanno potuto scoprire i biologi in Spagna, però, è che in realtà la “tarma della cera” è ghiotta di ogni sostanza che contenga polietilene, che è una delle componenti della plastica – o almeno di tanti oggetti di plastica che usiamo nella vita quotidiana, come pellicole, sacchetti per la spesa ecc. La scoperta del gusto alimentare di questa larva è avvenuta per caso: gli insetti aveva procurato dei buchi nei sacchetti di plastica dove erano stati riposti proprio perché avevano mangiato i sacchetti. Da quel momento Bertocchi ha chiamato “bruco mangia-plastica” la larva della Galleria Mellonella. Una scoperta importante per l’ecologia, ma che la biologa non potrà continuare a studiare.

La disoccupazione

Purtroppo, proprio in concomitanza della scoperta del bruco mangia-plastica e della pubblicazione del suo trattato, scritto in collaborazione con Bombelli e Howe, la biologa Bertocchi ha visto scadere il suo contratto. In molti erroneamente hanno visto la fine della sua collaborazione con l’Istituto spagnolo come una malignità fatta nei confronti della biologa italiana: una scoperta del genere è sicuramente preziosa per l’ecologia e il trattamento dei rifiuti e in molti vorrebbero appropriarsi del “brevetto”. Ma, in realtà, è stata una triste coincidenza: i famosi 5 anni più due sono ormai scaduti e attualmente la biologa 49enne è in cerca di un altro lavoro che la sostenga per poter continuare la sua ricerca. Ciò è dovuto anche ai tagli dei fondi destinati alla ricerca, che sono stati fatti non solo in Italia ma in tutta Europa per via della decisione presa dall’OCSE nel 2009. La crisi economica ha portato a fare grandi tagli in ogni settore, ma quello che ne ha sofferto di più è sicuramente quello della ricerca scientifica. Il bruco mangia-plastica resterà per un po’ una risorsa scoperta ma in parte sconosciuta.

(Mentre per altri insetti, ben più noti, si cercano rimedi alternativi: “Morsi delle zanzare: i benefici del succo di limone“)