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Bisenzio, il sito archeologico etrusco abbandonato nel Lazio

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Bisenzio o Bisenzo (dal latino Visentium) è un sito archeologico etrusco situato su un promontorio a 3 chilometri da Capodimonte sul Lago di Bolsena, nel Lazio. Era abitato fin dalla fine dell’Età del Bronzo. Nella prima parte dell’Età del Ferro, la città ebbe e perse un duro scontro con que...

Bisenzio o Bisenzo (dal latino Visentium) è un sito archeologico etrusco situato su un promontorio a 3 chilometri da Capodimonte sul Lago di Bolsena, nel Lazio. Era abitato fin dalla fine dell’Età del Bronzo. Nella prima parte dell’Età del Ferro, la città ebbe e perse un duro scontro con quella vicina di Vulsinii (Bolsena), per il dominio del lago, a cui quest’ultima impose il suo nome. In seguito i Romani lo chiamarono Lacus Volsiniensis. Proprio i Romani distrussero Bisenzio, che poi fu ricostruita e rimase sotto il controllo della città di Vulci. Secondo lo storico latino Gaio Plinio Cecilio Secondo, era una delle principali città etrusche. In epoca cristiana, divenne sede vescovile, ma dopo che fu distrutta prima dai Saraceni e poi dai Longobardi, la sede venne spostata nella città di Castro. Nel 1254, a Bisenzio venne edificato un castello a scopi difensivi. Quasi sei secoli dopo, la città venne gradualmente abbandonata a causa di un’epidemia di malaria e nel 1816, un editto di Papa Pio VII ne dispose l’unione con Capodimonte. Oggi è un borgo in rovina, ma rimane uno dei posti più caratteristici della zona del Lago di Bolsena, dove nel tempo sono stati ritrovati numerosi manufatti e tombe risalenti alla civiltà villanoviana – secondo alcuni corrispondente alla fase iniziale della civiltà etrusca, certamente sviluppatasi nella stessa area – e a quella etrusca. Purtroppo molti sepolcri sono stati danneggiati e saccheggiati.