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Blitz anti mafia contro i fiancheggiatori di Messina Denaro

Blitz anti mafia nella provincia di Trapani

Blitz anti mafia della Dda di Palermo e della polizia di Trapani: colpita la rete di fiancheggiatori del boss Messina Denaro.

Grande blitz anti mafia nella provincia di Trapani. La squadra della Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha effettuato una serie di sopralluoghi e perquisizioni in diversi comuni del trapanese. L’obiettivo è colpire la rete di fiancheggiatori che favoriscono la latitanza di Matteo Messina Denaro, boss di Cosa Nostra di cui si sono perse le tracce nel 1993. Il blitz di giugno segna un’altra vittoria contro la criminalità organizzata dopo gli arresti di aprile 2018 e di dicembre 2017.

Trapani, blitz anti mafia

Gli agenti della Direzione distrettuale antimafia (Dda) hanno effettuato un blitz su vasta scala nella provincia di Trapani. Oltre 150 agenti sono coinvolti in un’operazione che copre diversi comuni del trapanese, tra cui Mazara del Vallo, Castelvetrano e Campobello di Mazara. Sono 17 le persone su cui indaga la polizia di Palermo per le loro affiliazioni con la mafia, in particolare con il boss Messina Denaro.

Matteo Messina Denaro è uno degli uomini di punta di Cosa Nostra. È latitante dal 1993 e da allora è riuscito a rimanere nascosto anche grazie a una fitta rete di fiancheggiatori che gli forniscono aiuto e protezione. È proprio questa rete che gli agenti della Dda vogliono colpire, per indebolire la posizione del boss.

All’operazione hanno preso parte diverse squadre delle forze dell’ordine, tra cui il Servizio centrale operativo (Sco), il Reparto prevenzione del crimine e le squadre mobili di Palermo e Trapani. Gli agenti proseguono con le perquisizioni di terreni e edifici di vario tipo: abitazioni, imprese e attività commerciali. La polizia è anche alla ricerca di eventuali bunker e nascondigli sotterranei, grazie all’utilizzo di strumenti appositi.

Le indagini precedenti

Negli ultimi mesi la polizia siciliana ha effettuato diversi blitz e arresti con l’obiettivo di indebolire la rete che protegge e nasconde Messina Denaro. Nell’aprile 2018, gli agenti della Dda di Palermo, della polizia e dei carabinieri hanno arrestato 22 persone nella provincia di Trapani. Alcuni tra gli uomini incarcerati erano persone molto vicine al boss, tra cui due suoi cognati: Gaspare Como e Rosario Allegra. Gli arresti sono avvenuti in seguito a un’indagine sulla rivalità tra le famiglie mafiose di Castelvetrano (a cui appartiene Messina Denaro) e Campobello di Mazara, inasprite proprio dalla mancanza sul territorio di un leader in libertà. La polizia temeva che tale rivalità potesse sfociare in una vera guerra di mafia.

Già nel dicembre 2017 la polizia ha arrestato ben 30 presunti mafiosi che hanno favorito la latitanza del boss.

Matteo Messina Denaro

Messina Denaro, nato nel 1962 a Castelvetrano, è il figlio di Ciccio Messina Denaro, patriarca mafioso del trapanese. L’uomo è accusato di essere il mandante di diverse esecuzioni e del sequestro e omicidio di Giuseppe di Matteo. Per anni è stato fedele al boss Totò Riina e dopo il suo arresto si è messo al servizio di Bernardo Provenzano. È latitante dal 1993, dopo essere stato avvistato per l’ultima volta durante una vacanza a Forte dei Marmi.