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Blitz nella notte, animalisti liberano cinghiale

CINGHIALE

Una notte di blitz perpetuata dagli animalisti di Genova per togliere dalle catene un cinghiale recluso nella Villa Imperiale di San Fruttuoso. Il cinghiale era stato segnalato nei pressi della biblioteca da anziani impauriti per la presenza dell'animale. Ricordanto che il cinghiale non è pericoloso per l'uomo. L'Empa vorrebbe eliminare la caccia.

E’ successo nella notte di giovedì. Un blitz che ha permesso di liberare un animale. A Villa Imperiale, nel quartiere San Fruttuoso di Genova, era stato segregato un cinghiale ad opera di alcuni agenti della Regione, che l’avevano catturato con alcune transenne per poi confinarlo entro le mura della Villa. Oggi esiste una nuova figura: il ‘Barbablù’ dei cinghiali, gente che cova un odio profondo per questi Esseri che, per sopravvivenza, osano oltrepassare dei posti (sacri?) della Liguria…

Gli animalisti hanno pensato bene che quell’animaletto terrorizzato non dovesse soggiornare troppo in una Villa Imperiale che poi più di tanto non si confà a un cinghiale. Così, hanno tagliato la massiccia catena che chiudeva il cancello, spalancandolo, e permettendo di far fuggire l’animale nel parco adiacente alla Villa per dirigersi presumibilmente verso i boschi della madonna del Monte.

L’animale era stato segnalato da alcuni anziani della zona vagare nei pressi della biblioteca Lercari.

Per fronteggiare la presenza dei cinghiali nelle strade di Genova, l’assessore comunale all’Ambiente, Matteo Campora, aveva presentato i primi di settembre a Palazzo Tursi una nuova ordinanza comunale che prevede la possibilità di abbattere i cinghiali come soluzione estrema per tutelare l’incolumità pubblica, dicendo in merito: “Non date da mangiare ai cinghiali che arrivano in città, perché mettete a rischio l’incolumità e l’igiene pubblica, è illegale! E la sanzione prevista resta di 50 euro”.

Il documento, difatti, vieta a chiunque di fornire alimenti ma anche della semplice acqua ai cinghiali avvistati su tutto il territorio Comunale. Sono piuttosto frequenti i casi di cittadini segnalati mentre foraggiano gli animali lungo i torrenti o le strade. In caso di intervento della Polizia municipale la sanzione prevista resta di 50 euro.

VIETARE LA CACCIA AL CINGHIALE?
Secondo l’EMPA, l’attività venatoria ha procurato moltissime problematiche in relazione a tante specie, tra cui i cinghiali – cacciabili durante la stagione venatoria -, la cui presenza su vasta scala è dovuta proprio ai ripopolamenti creati ad uso e consumo dei cacciatori. E’ noto infatti che le uccisioni INDISCRIMINATE hanno causato e continuano a mietere una destrutturazione dei branchi, poiché quasi sempre ad essere uccisa è proprio la matriarca. Ciò determina la dispersione sul territorio di femmine che possono andare a formare altri branchi aumentando così il potenziale riproduttivo della specie.
Il Governo in tale senso ha risposto con una specifica risoluzione sottolineando: “L’ordinaria attività venatoria, così come viene organizzata e gestita in Italia, non rappresenta una forma di controllo del
le popolazioni di cinghiale, tanto meno può rappresentarlo un’estensione del periodo di prelievo o la concessione del prelievo in aree altrimenti protette. Oltremodo, l’attività venatoria ha determinato negli anni una destrutturazione della piramide delle classi di età, favorendo la riproduzione degli esemplari più giovani, abbattendo i capi adulti con più di due anni di età in particolare, con i metodi di contenimento non cruento, quali le recinzioni meccaniche permanenti e le recinzioni elettrificate”.