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Blue Whale: il psyco-game arriva anche in Italia

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Le vittime sono ragazzini dai 9 ai 17 anni che subiscono un vero e proprio lavaggio del cervello

Blue Whale è il macabro gioco di cui tutto il mondo è venuto a conoscenza negli ultimi tempi.

Si tratta di un percorso di 50 giorni di totale agonia e depressione che coinvolge gli adolescenti, i quali si devono attenere a delle regole suggerite online. Ad oggi sono circa 160 i suicidi collegati alla Balena Blu.

Anche ‘Le Iene’, programma Mediaset, ha rilasciato un servizio di approfondimento esclusivo.

Blue Whale Game: dove è nato

Tutto è iniziato dopo il suicidio dell’adolescente russa Rina Palenkova. Le vittime sono ragazzini dai 9 ai 17 anni che subiscono un vero e proprio lavaggio del cervello.

In Russia il problema di questi suicidi è diventato di portata nazionale e ha spinto le autorità ad indagare. Ma non solo, infatti il “gioco” si è subito diffuso molto velocemente in ogni angolo del mondo.

Ideato sul social network russo VKontakte da Philipp Budeikin, che lo ha utilizzato per trovare le potenziali vittime. Il “curatore” si presentava a coloro che avevano l’intenzione di intraprendere questo insano percorso.

Le regole e le sfide da seguire

La regola primaria del gioco è quella di non dire nulla a nessuno, quindi nemmeno ai genitori, per poi addentrarsi in un percorso sempre più pericoloso. Bisogna tagliarsi, guardare filmati horror e psichedelici ed incidersi sull’avambraccio destro un disegno della balena. Successivamente viene ordinato di sostare sui cornicioni in cima al palazzo più alto a disposizione, per abituarsi all’ultimo passo finale: il salto nel vuoto.

Il tutto deve essere filmato per fornire le prove al curatore che ti segue in questo orrido percorso.

La prima vittima in Italia

A marzo è successo anche in Italia, dove un ragazzo di 15 anni si è ucciso lanciandosi dal palazzo più alto di Livorno. Ha abbandonato lo zaino con i suoi oggetti personali e si è lanciato. Le telecamere di sorveglianza del palazzo lo hanno ripreso mentre entrava nell’atrio ed in seguito mentre saliva in ascensore fino al 26esimo piano; si vedrebbe chiaramente il ragazzo che si autoriprende con il proprio smartphone.

Su questo caso c’è il massimo riservo anche se gli inquirenti non confermano il collegamento al gioco mortale.