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Blue Whale, Le Iene confessano: video dei suicidi erano falsi

Matteo Viviani ed Elisabetta Mancini

Nonostante siano ormai decine le segnalazioni che arrivano alla Polizia, su presunti casi di Blue Whale, il gioco che spingerebbe al suicidio tanti adolescenti, è arrivati in questi giorni una notizia clamorosa. In un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano Matteo Viviani, l'autore del servizi...

Nonostante siano ormai decine le segnalazioni che arrivano alla Polizia, su presunti casi di Blue Whale, il gioco che spingerebbe al suicidio tanti adolescenti, è arrivati in questi giorni una notizia clamorosa.

In un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano Matteo Viviani, l’autore del servizio de Le Iene che ha portato il caso all’attenzione del pubblico italiano, ha ammesso di non aver fatto tutte le verifiche necessarie sui video mandati in onda. Le scene cruente, mostrano giovani nel momento in cui decidono di togliersi la vita, e sono state subito associate al Blue Whale.

Blue Whale, il servizio de Le Iene

Viviani ha spiegato che i video gli sono stati “girati una tv russa su una chiavetta e ammetto la leggerezza nel non aver fatto tutte le verifiche, ma erano comunque esplicativi di quello di cui parlava il servizio“.

Il servizio è diventato però virale, e come spesso accade l’emulazione è la prima fonte del problema, ma Viviani si è detto sereno: “Ieri sono andato in una classe e ho chiesto quanti conoscessero il Blue Whale prima del mio servizio. La metà degli alunni ha alzato la mano. Noi adulti ignoriamo parte del web, specie quella popolata dai giovanissimi. La polizia ha salvato una ragazzina che era quasi al cinquantesimo (e ultimo) giorno del gioco, quindi aveva iniziato prima della puntata”, la Iena sembra quindi non essere preoccupata dalla psicosi collettiva che il suo servizio ha scatenato.

Nell’intervista Viviani respinge anche le accuse di aver innescato un meccanismo di emulazione con il suo servizio: “Non posso praticare l’omertà su un argomento e se ho contribuito a salvare anche una sola persona, il mio è stato un lavoro prezioso“. Nel servizio si citava anche un adolescente di Livorno che secondo le Iene si era suicidato lo scorso marzo per Blue Whale: quando gli è stato fatto notare che non fu quello il motivo, Viviani si è difeso dicendo che le Iene avevano specificato che quella era la versione di un suo amico.

Un altro capo d’accusa al servizio, sono i toni sensazionalistici con cui veniva presentato l’argomento, un comportamento sconsigliato ai media quando si parla di suicidi tra gli adolescenti: anche in questo caso Viviani, ha difeso la bontà del suo operato, spiegando come “Le Iene hanno questo tipo di narrazione”, e che “cercare le debolezze nel servizio o certi titoli tipo “Le Iene incastrate nella loro falsità dal web” abbassano l’allerta su questo fenomeno”.

Blue Whale, vero o no?

Finora, comunque, non sono stati provati collegamenti diretti tra nessun suicidio e Blue Whale, e fin dall’inizio è stato difficile capire se si trattasse di una leggenda di internet o di un fenomeno reale. Il sito Valigia Blu, che propende per la prima ipotesi, ha recentemente raccolto i dubbi e le smentite sugli articoli russi che ne hanno parlato per primi, e ha ricostruito com’è stato raccontato il fenomeno sui giornali italiani, quasi sempre con toni allarmistici e senza molte verifiche, rendendo la questione ancora più confusa; ciò non toglie che online ci siano gruppi che istigano all’autolesionismo e al suicidio, nati anche per via del clamore mediatico.