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Bologna, automobilista fa manovra e schiaccia un bimbo di 2 anni

Ambulanzasi

Una distrazione, nulla di più. Capita a tutti di fare qualcosa pensando ad altro e, nella maggior parte dei casi, non ci sono conseguenze. Forse è proprio per questo che la distrazione può diventare così familiare, un modo di essere con il quale si convive, perché ci permette di mischiare i...

Una distrazione, nulla di più. Capita a tutti di fare qualcosa pensando ad altro e, nella maggior parte dei casi, non ci sono conseguenze.

Forse è proprio per questo che la distrazione può diventare così familiare, un modo di essere con il quale si convive, perché ci permette di mischiare il presente al passato e al futuro. “Sono così distratto, ma così distratto” diceva il grande Renato Rascel “che mi sono dimenticato di crescere”.

Ma il sorriso e l’umorismo di Renato Rascel, sempre così speciali e vivi, possono anche diventare quanto di più inappropriato possa utilizzarsi a commento della vita.

Come nel caso di questo episodio di cronaca, avvenuto a Bologna, in cui un automobilista ha investito, per banale distrazione, un bambino di 2 anni, uccidendolo.

Sì, perché la distrazione è proprio come un grande felino, che assomiglia a un gatto, può dare davvero l’idea di essere un mansueto convivente in un appartamento di città, ma, in realtà, ha la natura assassina di chi può cavarci il cuore dal petto in un momento, da un momento all’altro. Spesso, colmo dello sberleffo, quando meno ce lo aspettiamo.

Della persona protagonista di questo episodio di cronaca non ci conoscono le generalità, e, proprio per questo, diventa l’archetipo dell’uomo comune, che potrebbe essere chiunque. Quello che, ogni sera, attorno alle 19, rientra a casa dal lavoro, varca il cancello di ingresso al cortile condominiale e parcheggia la sua auto.

La ripetitività dei gesti attira la distrazione come la calamita col ferro e, allora, il gesto di guidare l’auto diventa così automatico e spersonalizzato da non avere più sostanza, al punto da potersi trasformare in tutt’altra cosa, sotto i nostri occhi, senza che ce ne accorgiamo.

Guidare l’auto diventa, per distrazione, uccidere, proprio come è successo a questa persona, che, nel fare manovra all’interno del cortile condominiale, ha investito un bambino di 2 anni, che stava giocando con una palla, mentre – tragico dettaglio – il fratello e la madre osservavano impotenti la scena.

Il momento in cui la distrazione ha piazzato la sua zampata mortale è stato seguito dall’arrivo dei soccorsi, chiamati a intervenire in questo cortile alla periferia di Bologna, in via Jacopo della Quercia, ma, per il bambino, non c’è stato nulla da fare.