> > Bologna, bar offre lavoro con stipendio da 1300 euro per 6 giorni a settimana...

Bologna, bar offre lavoro con stipendio da 1300 euro per 6 giorni a settimana: costretto a chiudere

Bar chiude

Un noto bar di Bologna è costretto a chiudere perché non riesce a trovare personale: "Preferiscono il reddito di cittadinanza".

Viene offerto uno stipendio mensile 1300 euro al mese e una settimana lavorativa di 6 giorni su sette. Nessuno tuttavia vuole lavorare nel weekend o rinunciare al reddito di cittadinanza. È accaduto a Bologna dove il Caffè Terzi sito in piazza Aldrovandi ha dovuto fermare le proprie attività a causa della carenza di personale: “È la situazione reale: non si trova personale e siamo stati costretti a chiudere”, sono le parole della moglie del titolare riportate da Sky Tg24. 

Bar Bologna chiude per mancanza di personale: “Vedere i disinteresse nei confronti del lavoro fa male”

A descrivere le grandi difficoltà che ha vissuto il locale è la moglie del titolare Elena. La donna ha spiegato: “Abbiamo un ragazzo in infortunio, ci sono le ferie. Ma quello che fa più male è vedere tutto questo disinteresse nei confronti del lavoro. Le persone ci chiamano, prendono appuntamento, poi non si presentano al colloquio senza nemmeno mandare un messaggio”. 

Ha poi aggiunto: “In generale la gente preferisce non avere impegni nel weeekend, anche se io penso che un barista dovrebbe essere abituato. Senza contare che noi facciamo solo servizio di caffetteria, non ci sono taniche da spostare o altri lavori pesanti da fare, né servizi serali: il chiosco apre dalle 8,00 alle 18,00, poi si chiude […] chi ha il reddito di cittadinanza o la disoccupazione dice che preferisce tenersi quelli”. 

I sindacati: “70% attività presenta irregolarità”

Nel frattempo da parte dei sindacati è stata espressa perplessità sulla questione. A tale proposito il segretario generale della Filcams-Cgil dell’Emilia-Romagna Paolo Montalti ha osservato: “La difficoltà nel trovare personale non è legata al fatto che le persone non rinunciano al reddito di cittadinanza: dopo la pandemia molti si sono accorti che esistono esigenze diverse e quindi le persone lasciano con dimissioni volontarie seguendo altre scelte di vita”.