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**Boniperti: Pigi Battista, 'in mezzo al campo volava e faceva fare gol'

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Roma, 18 giu. (Adnkronos) - Una passione nata in tenera età, grazie all'infatuazione per una vera e propria "trinità" del pallone, quella composta dalla triade Boniperti, Sivori e Charles. Il giornalista Pierluigi Battista, romano ma di fede bianconera, parla con l'...

Roma, 18 giu. (Adnkronos) – Una passione nata in tenera età, grazie all'infatuazione per una vera e propria "trinità" del pallone, quella composta dalla triade Boniperti, Sivori e Charles. Il giornalista Pierluigi Battista, romano ma di fede bianconera, parla con l'AdnKronos del presidente onorario della Vecchia Signora morto nella notte a Torino. E ricorda quando Boniperti, ancora giocatore, "volava" in mezzo al campo facendo "fare i gol agli altri. Ero ragazzino quando giocava – racconta Battista – mi ricordo di questa triade, Boniperti, Sivori e Charles. Mi innamorai, nonostante fossi di Roma, ai di questa terzetto, di questa trinità. Lo vidi giocare poco perché lui era più anziano di Sivori". Erano, osserva Battista, "tre figure così diverse ma così complementari: Charles era l'uomo d'area, un giocatore di potenza, Sivori era il fantasista con i calzettoni abbassati e Boniperti era quello che volava con i suoi cross. Non era un goleador ma era quello che faceva fare gol agli altri".

Battista, inoltre, sottolinea anche un aspetto particolare del Boniperti presidente. Una caratteristica comune a molti tifosi, al di là dei colori per i quali si fa il tifo: non riuscire a sostenere, magari nei momenti finali, la pressione della partita, abbandonando gli spalti dello stadio oppure la visione da casa. "Da tifoso – dice infatti Battista – mi piaceva tantissimo quando lui non ce la faceva a vedere le partite fino all'ultimo, e usciva dallo stadio venti minuti prima della fine perché il cuore non gli reggeva. Ho sempre trovato questa abitudine, una cosa di pazzesca intensità. Era talmente forte la tensione che doveva uscire". Un tratto "non solo di simpatia umana ma anche di fortissima intensità emotiva. E per noi, popolo juventino, questa scena è sempre stata molto commovente. La partita poteva andare in qualunque modo ma lui, al 70esimo minuto, si alzava e se ne andava", conclude Battista.