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Bonus psicologo, c'è l'ok: come funziona e chi ne avrà diritto?

Bonus psicologo

Il bonus psicologo è pronto ad andare in Aula dopo l'approvazione in Commissione: i fondi verranno assegnati in base all'ISEE.

Le Commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera dei Deputati hanno approvato nella notte il bonus psicologo, ovvero l’emendamento che prevede un contributo massimo di 600 euro all’anno – in base ai valori ISEE fino ad un massimo di 50mila euro – da poter utilizzare per un supporto psicologico. L’intervento, in totale, prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro, metà dei quali saranno destinati alle strutture del Servizio sanitario nazionale, mentre i restanti 10 milioni andranno ai cittadini che richiederanno aiuto per le spese di psicanalisi e terapia.

Bonus psicologo, passato nelle Commissioni

Nel testo approvato dalle Commissioni si legge di come il provvedimento proponga di potenziare l’assistenza per il benessere psicologico individuale e collettivo, anche mediante l’accesso ai servizi di psicologia e psicoterapia in assenza di una diagnosi di disturbi mentali, e per fronteggiare situazioni di disagio psicologico, depressione, ansia, trauma da stress”. Una misura che dunque mira a garantire un percorso psicologico anche a chi non ne ha la dispobilità economica con un focus rivolto sopratutto ai giovani e agli adolescenti, maggiormenti colpiti da un periodo di forte stress come quello della pandemia.

Maggiori dettagli sul bonus psicologo verranno forniti entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, su cui è stata posta la fiducia alla Camera e che si voterà venerdì 18 febbraio. I criteri di assegnazione dovranno essere stabiliti dal ministro della Salute in concerto con quello dell’Economia.

Bonus psicologo, perchè è necessario

La necessità del bonus psicologo è confermata dai numeri e dalla richiesta continua da parte dei cittadini che qualcosa in tal senso venisse fatto. Otlre 300mila firme online sono state infatti raccolte per chiedere l’approvazione di questa misura con i dati della Fondazione The Bridge che ne confermano l’esigenza. In un loro recente report è emerso come, a causa della pandemia, ci sia stato “un peggioramento delle condizioni di vita e di salute degli utenti già in carico ai servizi di salute mentale: una diminuzione dell’aderenza al trattamento (68%) e incremento del rischio suicidario (63%)”. E ancora, la possibilità di “arrivare a sviluppare sintomi ansiosi, depressivi e stress correlati “è arrivato al 95%, l’aumento di dipendenze patologiche è del 90% ed è aumentato dell’85% il consumo di farmaci non soggetti a prescrizione come gli ansiolitici e gli psicotropi”.