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Milano: Borghezio condannato per insulti razzisti a Kyenge, multa e risarcimento

Borghezio

Mario Borghezio è stato condannato per gli insulti razzisti a Cécile Kyenge. L'esponente della Lega pagherà all'ex ministro un risarcimento da 50mila euro.

L’europarlamentare della Lega Nord, Mario Borghezio, dovrà pagare un risarcimento da 50mila euro all’ex ministro dell’Integrazione del governo Letta, Cécile Kyenge. Nell’aprile 2013, intervenendo alla trasmissione radiofonica “La Zanzara”, Borghezio aveva accusato la Kyenge di voler “portare le sue tradizioni tribali in Italia” e aveva poi rincarato la dose aggiungendo che “gli africani appartengono a un’etnia molto diversa dalla nostra”. Per tali dichiarazioni, il Tribunale di Milano ha ritenuto di doverlo condannare per il reato di diffamazione aggravata dalla finalità di odio razziale. Oltre a pagare il risarcimento, il giudice ha stabilito che l’europarlamentare del Carroccio dovrà farsi carico anche delle spese legali.

Un habitué delle dichiarazioni discutibili

Non si può certo dire che nel corso degli anni Borghezio non ci abbia abituati alle sue esternazioni quasi sempre fuori dalle righe. Nel corso del suo intervento alla trasmissione di Radio24, l’esponente della Lega aveva anche detto che il posto di lavoro in una Asl assegnato alla Kyenge “è stato tolto a qualche medico italiano”. E aveva proseguito rivendicando il fatto che in Italia “non siamo congolesi, abbiamo un diritto millenario”. Adesso, nel comunicato con il quale ha reso noto il proprio commentato a caldo sulla condanna, Borghezio incappa in un’altra dichiarazione non proprio diplomatica: “Se i ‘garantisti’ del Pd pensano di tapparmi la bocca in questo modo, sbagliano. […] D’ora in poi, occhio per occhio…”. Il tono minaccioso di tale frase non contribuisce di certo a rasserenare il clima.

Il pm aveva chiesto per Borghezio una multa da 6mila euro

L’esponente del Carroccio ha contestato la sentenza, scrivendo che l’importo che dovrebbe pagare lo costringerebbe “a vendere casa”. Tuttavia, le cose per lui sarebbero potute andare anche molto peggio. Il legale di Cécile Kyenge, infatti, aveva richiesto un risarcimento di 140mila euro. Nonostante questo, la decisione della corte ha lasciato un po’ spiazzati, poiché la condanna inflitta all’europarlamentare eccede la richiesta fatta dal pubblico ministero, che aveva prospettato il pagamento di una multa da 6mila euro. Intervenendo in aula durante una delle udienze, il leghista si era difeso dalle accuse di razzismo, asserendo di aver criticato l’ex ministro del governo Letta in quanto anello debole di quell’esecutivo e di non aver “mai sostenuto la supremazia dell’etnia europea”. Una tesi che sembra non aver convinto la corte.

Il Parlamento UE aveva tolto al leghista l’immunità

Il collegio giudicante giovedì scorso aveva riqualificato il reato contestato a Borghezio, modificandolo da “propaganda di idee fondate sull’odio razziale” a “diffamazione aggravata dalla finalità di odio razziale”, concedendo al leghista le attenuanti generiche. Il procedimento a suo carico si è potuto svolgere poiché nell’ottobre del 2016 il Parlamento Europeo aveva deciso di togliere l’immunità all’eurodeputato. L’esatto opposto rispetto a quanto il Senato italiano aveva deciso nel settembre del 2015 nei confronti di un altro esponente del suo partito, Roberto Calderoli, che aveva paragonato Cécile Kyenge a un orango.