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Bossi consegna a Berlusconi il federalismo, e nell'incontro lo vede un po' "gibollato"

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Il Senatur consegna al Governo la legge sul Federalismo fiscale. Una riforma che garantische più soldi ai Comuni e alle Famiglie ma Comuni italiani non approvano ancora il testo presentato dal ministro e che è stato modificato dopo gli incontri dei giorni scorsi con i vari partiti politici per t...

berlu bossi

Il Senatur consegna al Governo la legge sul Federalismo fiscale. Una riforma che garantische più soldi ai Comuni e alle Famiglie ma Comuni italiani non approvano ancora il testo presentato dal ministro e che è stato modificato dopo gli incontri dei giorni scorsi con i vari partiti politici per trovare ampia convergenza.
Nella notte di ieri l’incontro tra Bossi e Berlusconi ha sancito un patto, “o federalismo o voto”, e confermato che l’asse tra i due è più solido che mai. L’asse Silvio – Umberto è sempre saldo. A confermarlo è stato il Senatur, dopo il vertice di mercoledi notte, conclusosi verso le 3, tra il premier e il leader del Carroccio.
“L’ho trovato un po’ gibollato”, ha scherzato Bossi ieri mattina a Montecitorio, parlando dell’incontro avuto con il presidente del Consiglio a palazzo Grazioli. Utilizza un termine dialettale, il “gibollo”, per indicare i segni dei colpi ricevuti dall’amico-alleato.
E a lui il Senatur ha rivolto un consiglio da amico vero: “Deve essere più cauto”. L’incontro è servito al leader del Carroccio per fare anche il punto della situazione sul federalismo, giunto al rush finale in commissione, “la riforma passerà”. Ma se dovesse verificarsi il contrario e il federalismo non dovesse ottenere l’ok definitivo, allora per Bossi, non ci sono alternative che andare “al voto.
È quello che si è deciso con Berlusconi. Federalismo o morte”. Quando qualche i cronisti gli chiedono “maliziosamente” se per la Lega esistano altre opzioni, ad esempio un premier di centrodestra diverso da Berlusconi, Bossi risponde senza indugi: “No, nessuna”.
E anche in caso di voto anticipato “il premier è sempre Berlusconi”. “Ma chi vuole andare al voto?”, si è poi chiesto il ministro per le Riforme con una punta d’ironia. “Votare non conviene al Paese”.
Intanto sempre nella tarda serata di mercoledi il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, ha consegnato al presidente della bicamerale sul federalismo, il pidiellino Enrico La Loggia, la bozza definitiva del testo del decreto sul “municipale” .
Una nuova versione figlia delle consultazioni avvenute nei giorni scorsi tra il ministro leghista e tutti i partiti politici, nel tentativo di trovare ampia convergenza su una legge che cambierà radicalmente il volto alla penisola e che sarà votata entro il 28 gennaio.
Cambiamenti, però, che non convincono l’Associazione dei comuni italiani come sottolineato da Sergio Chiamparino per il quale è necessaria “un’ulteriore fase di interlocuzione”.
L’Uffico di presidenza dell’Anci ha approvato all’unanimità un documento con il quale vengono evidenziate le criticità del decreto. In particolare, Chiamparino ha sottolineato che “la tassa di soggiorno così com’è strutturata non va bene perché sono i piccoli comuni ad averne più bisogno per i servizi.
In queste condizioni – ha aggiunto il sindaco di Torino – non ha senso e poi va sottolineato che comunque dal 2011 non c’é”. Negativo è il giudizio dei Comuni sulla compartecipazione alla nuova tassa Imu “perché non solo ci obbliga a vivere alla giornata creando di fatto una subalternità dei Comuni al governo centrale e poi perché per certi versi rappresenta un restyling dell’Ici”.
Chiamparino ha inoltre sollecitato il governo ad una rapida definizione della disciplina della Tarsu-Tia “salvaguardando il ruolo e le funzioni dei Comuni in tema di gestione dei rifiuti”. Secondo l’Ufficio di presidenza dell’Anci va fatta luce in particolare sul fondo perequativo “con riferimento alle modalità di finanziamento dello stesso”.
Chiamparino ha però spiegato che “l’Anci non si schiera perché non ci sono le condizioni politiche per dire sì o no e quindi questa non può essere letta né come una bocciatura, né come una promozione. Le incertezze della fase politica sono grandi e se vengono sommate a quelle del testo non ci mettono in condizione di dare un giudizio positivo”.
Allo stesso tempo, però, Chiamparino ha detto che se il governo “vuole andare avanti deve proseguire la fase di interlocuzione e deve convocare una conferenza unificata straordinaria”.