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Brusaferro: "Vaccinare più di metà della popolazione, solo allora potremo avere più libertà"

Brusaferro vaccinare metà popolazione

Brusaferro è convinto che per concedere maggiori libertà sarà necessario vaccinare la metà della popolazione e continuare a monitorare.

Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss e portavoce del Cts, ha rilasciato un’intervista a La Stampa nella quale ha sottolineato quelli che a suo modo di vedere sono i requisiti minimi che il Paese dovrà mantenere e raggiungere per continuare nella strada delle riaperture. “Occorre mantenere l’Rt sotto 1, avvicinarsi alla soglia dei 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti, ridurre ancora la pressione sui servizi sanitari e aver vaccinato più di metà popolazione”. Vaccinare, monitorare e mantenere le regole di contenimento almeno fino a quando non si avrà una brusca inversione di tendenza nella curva epidemiologica, che al momento scende molto lentemente.

Brusaferro: “Vaccinare la metà della popolazione”

Il professor Brusaferro ha poi detto la sua sulle varianti, sottolineando come “non tutte devono destare preoccupazione. Bisogna prestare attenzione a quelle che possono aumentare la trasmissione del virus, provocare più casi gravi di malattia oppure ridurre la risposta immunitaria di chi è guarito dal Covid o è stato vaccinato”. Di volta in volta la scienza dovrà dunque comprendere se la nuova mutazione del virus sarà o meno resistenza ai preparati vaccinali.

Brusaferro sul vaccinare la metà della popolazione e le varianti

“Rispetto a quella inglese – ha detto Brusaferro in riferimento ai vaccini attualmente approvati dall’Ema – funzionano molto bene, mentre alcuni un po’ meno con quella sudafricana, che fortunatamente circola pochissimo nel nostro Paese. Per la brasiliana gli studi sono in corso e per l’indiana è troppo presto per dirlo”.

Brusaferro: “Per vaccinare la metà della popolazione serve Astrazeneca”

Il presidente dell’Iss ha inoltre sottolineamo come, in tema di vaccini, sia opportuno fornire la seconda dose di AstraZeneca a chi nei mesi scorsi aveva già ricevuto la primi inocoluzaione del preparato anglo svedese. “Le raccomandazioni fornite da Ema, Aifa e ministero della Salute – dice Brusaferro – sono di continuare con lo stesso vaccino e arrivano dall’analisi continua di una mole incredibile di dati sui possibili rischi specifici. Dobbiamo fidarci”. Quanto alla durata della risposta immunitaria generata dai vaccini, dall’Iss il presidente Brusaferro sottolinea che “man mano che si va avanti i tempi si allungano. Prima l’Ecdc ha indicato in 6 mesi la durata minima dell’immunizzazione, ma nuovi studi già portano l’asticella a 8 mesi ed è probabile che alla fine venga posta ancora più in alto”.