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Burkina Faso, due giornalisti spagnoli e uno irlandese uccisi in un attacco jihadista

Attacco jihadista Birkina Faso

Due giornalisti spagnoli e un reporter irlandese sono rimasti uccisi in un attacco jihadista mentre erano in Burkina Faso per girare un documentario.

Nella giornata di lunedì 26 aprile, tre cittadini europei e un cittadino burkinabé erano stati dichiarati dispersi a seguito di un attacco avvenuto nell’area meridionale del Burkina Faso, tra le località di Fada Ngourma e Pama. Attualmente, è stato comunicato che i tre cittadini europei risultano essere morti mentre si è ancora alla ricerca del cittadino burkinabé.

Burkina Faso, attacco jihadista: le vittime

Tre cittadini europei, due spagnoli e un reporter irlandese, hanno perso la vita a causa di un attacco jihadista mentre si trovavano a bordo di un convoglio anti-bracconaggio, insieme a un cittadino burkinabé, attualmente dichiarato ancora disperso.

La drammatica scomparsa dei due cittadini spagnoli è stata recentemente confermata dal ministro degli Esteri spagnolo, Arantxa González Laya che ha anche provveduto a rivelare le identità delle vittime: si tratta, infatti, del giornalista e documentarista David Beriáin e del cameramen Roberto Fraile. La morte dei due professionisti spagnoli è stata commentata dal premier Petro Sanchez che ha manifestato il proprio cordoglio nei confronti delle famiglie delle vittime.

Intanto, il Burkina Faso non ha ancora diramato alcuna nota ufficiale che conformi la natura e le conseguenze dell’episodio: ciononostante, El Pais ha affermato che svariate fonti locali hanno dato conferma del decesso del reporter e del cameraman ad agenzie come Reuters e Afp.

Burkina Faso, attacco jihadista: l’uccisione dei reporter

Il gruppo si trovava nel Burkina Faso per realizzare un reportage sulla caccia di frodo esistente nella zona est del Paese. I due uomini di nazionalità spagnola stavano agendo per opera di MovistarTv e lavoravano in collaborazione con una Ong della quale, sulla base delle ricostruzioni sinora effettuate, faceva parte il reporter irlandese che affiancava i due professionisti spagnoli.

In relazioni alle dichiarazioni rilasciate da fonti locali, sembrerebbe che gli assalitori avrebbero raggiunto il gruppo a bordo di due pick-up e di una ventina di moto e avrebbero sottratto agli uomini droni, armi e il convoglio anti-bracconaggio. L’attacco, attuato lungo la strada che si dirige verso la riserva forestale di Pama, non è stato attribuito ai bracconieri del posto che “difficilmente avrebbero attaccato una scorta armata” ma a dei terroristi che rispondono l’acronimo Jnim.

L’agguato, infatti, è stato rivendicato da alcuni uomini attraverso un audio diffuso su Twitter nel quale fanno riferimento al Jnim. L’account social dal quale è giunta la segnalazione di “Sahel Security Alerts”, invece, corrisponde al “Nusrat al-Islam wal-Muslimin” ossia all’organizzazione qaedista “Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani”.

Burkina Faso, attacco jihadista: Beriáin e Fraile

Il documentarista David Beriáin, 44 anni, era particolarmente noto per le inchieste che, nel corso degli anni, aveva svolto. Tra le più famose, vi era l’inchiesta de “Il mondo dei narcos”, incentrato sui cartelli della droga esistenti in America latina. Inoltre, si era occupato anche della conduzione del programma televisivo “Clandestino”, sviluppato sul tema della criminalità organizzata diffusa in contesto internazionale. Il programma è stato trasmesso anche in Italia.

David Beriáin, inoltre, è stato indagato dalla Procura di Milano a novembre 2019 per un suo reportage sullandrangheta, sospettato di essere un fake.

Il cameramen Roberto Fraile, 47 anni, invece, prima di collaborare con David Beriáin al reportage sul bracconaggio e sulle comunità che popolavano il parco nazionale, aveva seguito come freelance diversi conflitti, tra i quali la quello decennale in Siria. L’uomo lascia la moglie e due bambini.

La morte dei due uomini è stata onorata dal primo ministro spagnolo Pedro Sanchez che ha dichiarato: “Il nostro apprezzamento va a coloro che, come loro, svolgono quotidianamente un giornalismo coraggioso ed essenziale dalle zone di conflitto”.