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Cadavere trovato nel Po, spunta una nuova ipotesi: potrebbe essere Andreea Alice Rabciuc

Andreea Alice Rabciuc

La donna rinvenuta nel fiume potrebbe essere Andreea Alice Rabciuc, di origini romene, di cui si sono perse le tracce l'11 marzo. Questa è la nuova ipotesi

Nuova ipotesi sul cadavere ritrovato nel Po. Potrebbe trattarsi di Andrreea Alice Rabciuc, di origini romene, di cui si sono perse le tracce lo scorso 11 marzo.

Cadavere trovato nel Po, spunta una nuova ipotesi

Andreea Alice Rabciuc, campionessa di tiro a segno, è scomparsa l’11 marzo dopo essere stata ad una festa in un casolare a Maiolati Spontini, in provincia di Ancona. Il cadavere ritrovato nel Po, a Occhiobello, in un sacco, da un tecnico che stava scandagliando le sponde del fiume con la sua barca, potrebbe essere quello della donna. Fanno pensare a lei anche gli abiti che sono stati trovati sul corpo, ma per il momento si tratta solo di un’ipotesi. Alla donna piacevano i colori accesi, i tessuti lucidi e luccicanti, e ci sono anche delle caratteristiche del corpo che potrebbero far pensare che sia il suo.

Cadavere trovato nel Po: era in acqua da meno di un mese

A spingere gli inquirenti a pensare alla giovane donna è anche il fatto che il cadavere era in un buono stato di conservazione, per cui era in acqua da meno di un mese. Ora serviranno ulteriori riscontri per riuscire ad avvalorare o scartare questa nuova ipotesi. Andreea aveva tatuaggi sulle mani e i capelli blu, elementi che la renderebbero immediatamente riconoscibile. Le orrende mutilazioni trovate sul corpo, però, rendono il riconoscimento più complicato.

Andreea Alice Rabciuc, di origini romene, l’11 marzo aveva partecipato ad una festa sulla Montecarottese. Ci sono diversi punti da chiarire sulla sua scomparsa. Non è chiaro il motivo per cui la donna stesse litigando con il fidanzato e perché lui avrebbe tenuto il cellulare ritardando l’allarme per la scomparsa. Se il corpo nel Po fosse il suo, si ipotizza che sia stato lanciato dal ponte autostradale tra l’Emilia Romagna e il Veneto, a 200 chilometri dalla zona scomparsa.