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Cade l'obbligo del carcere per i giornalisti. La consulta: "È illegittimo"

Cade obbligo carcere giornalisti

La consulta ha dichiarato incostituzionale l'obbligo di carcere per i giornalisti per i reati a mezzo stampa. Fnsi l'ha definita una sentenza storica.

L’articolo 13 sulla legge della legge sulla Stampa è stata dichiarata incostituzionale. A stabilirlo la consulta che con una nota ha fatto sapere che è caduto l’obbligo del carcere per giornalisti in caso di diffamazione a mezzo stampa. La legge numero 47 del 1948 prevedeva in questi casi una pena detentiva da uno a sei anni unita al pagamento di una sanzione.

La sentenza ha tuttavia giudicato compatibile con la Costituzione l’articolo 595 del codice penale. In casi di “eccezionale gravità” può essere prevista una pena detentiva dai sei mesi ai tre anni o in alternativa il pagamento di una multa: “La sentenza della Corte Costituzionale ha una portata storica”, lo scrive in un comunicato stampa il segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana e il segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania e riportato dalla testata Open.

Cade obbligo carcere giornalisti, una sentenza storica

Durante l’udienza pubblica che si è svolta nel pomeriggio di martedì 22 giugno, l’Ordine dei giornalisti aveva chiesto che l’obbligo di carcere per i giornalisti venisse dichiarato incostituzionale. Secondo l’ordine infatti tale obbligo andava a costituire un pericolo per la libertà di stampa ovvero una vera e propria “tagliola” – riporta “Il fatto Quotidiano”. “Il lavoro della stampa non può essere pregiudicato dal pericolo di una sanzione che ne impedisca il libero esercizio“, riporta l’ordine dei giornalisti che ha motivato così la sua richiesta alla Corte.

Cade obbligo carcere giornalisti, FNSI: “Diventa fondamentale l’intervento del Parlamento”

Nel frattempo in una nota diramata dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana viene messo in evidenza come l’intervento del Parlamento sia ora fondamentale: “A questo punto diventa però fondamentale l’intervento del Parlamento, chiamato a mettere a punto una normativa di riordino, compito al quale, fino ad oggi, si è sempre sottratto, obbligando la Consulta a intervenire”.

La nota poi prosegue parlando di come questa sia una vittoria dei giornalisti: “Il lavoro deve continuare per far sì che l’intera materia venga regolata dal Parlamento trovando il giusto bilanciamento tra la libertà di manifestazione del pensiero e la tutela della sfera individuale di ciascun cittadino”.

Cade obbligo carcere giornalisti, il parere contrario dell’avvocatura di Stato

L’avvocatura di Stato si è espressa in modo contrario circa l’incostituzionalità della diffamazione a mezzo stampa. A tal proposito l’avvocato di Stato Maurizio Greco – citato da “Il fatto Quotidiano” ha messo in evidenza come venga già applicata in questo senso “un’interpretazione costituzionalmente orientata“. L’avvocato ha spiegato inoltre come “demolire un sistema che salvaguarda una posizione costituzionalmente garantita” sarebbe un errore.