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Calabria, coppia gay rifiutata: parla il presidente dell'Arcigay di Napoli

Calabria

In esclusiva su Notizie.it, le parole di Antonello Sannino, presidente dell'Arcigay di Napoli sulla questione nata tra un albergatore calabrese ed una coppia gay.

Calabria, una delle regioni più belle sia dal punto di vista culturale che turistico, è stata al centro di una forte discussione a causa di un atto di omofobia. Il tutto è iniziato per via di un’affermazione: “Non accettiamo né gay, ne animali”. Una frase che pesa come un macigno, e non solo per la coppia gay rifiutata, quanto per l’intera società italiana che per l’ennesima volta si dimostra poco progressista rispetto ad altri Paesi. Proprio in merito a tale questione, noi di Notizie.it abbiamo avuto modo di intervistare Antonello Sannino, presidente dell’Arcigay di Napoli.

L’immagine dell’Italia – ha detto Sannino – è molto simile alla Russia di Putin o alla Turchia di Herdogan. All’estero sicuramente hanno visto la cosa come medievale, soprattutto in quella parte del mondo dove ormai è consolidato il riconoscimento dei diritti delle persone LGBT. E’ uscita un’immagine di un sud Italia vecchio che non vuole investire sul turismo. Devo dire però che molti imprenditori e politica calabrese ci ha contattato ed hanno espresso solidarietà e vicinanza. C’è stata una grande solidarietà dalla Calabria così come da tutta Italia“.

L’ennesimo caso di omofobia che spacca nuovamente l’Italia in due: c’è chi ha reagito con sdegno all’atteggiamento di Filippo Mondella e chi invece è dell’idea che un albergatore possa decidere quale prenotazione accettare. Al di là di ciò, ci si è chiesti spesso in questi ultimi giorni se, la risposta dai ai due ragazzi dall’albergatore calabrese sia stata troppo ingenua o rispecchiasse realmente tutto il suo pensiero. Proprio in merito a ciò, Sannino ha detto: “Io non credo che sia solo ingenuità perché, se uno pensa quello che vuole scrivere ‘non è possibile l’accesso a cani e gay’, vuol dire che lo pensa e vuol dire che non ha un percorso culturale adeguato ad un’accoglienza moderna. Ciò che mi fa più ride è che quel luogo potrebbe essere chiuso per via di una discriminazione sugli animali domestici e non sui gay. Quindi, c’è una legge che tutela gli animali (legge Brambilla) e non una che tuteli i gay e questo la dice lunga su quanto questo Paese non ha ancora fornito degli strumenti adatti per la tutela delle persone LGBT“.

Una legge che tuteli i gay, non solo nei casi più “banali” come quelli di una vacanza estiva ma anche in situazioni più gravi come violenze (fisiche e verbali) che i giovani di oggi si trovano ad affrontare. A questo tipo di legge, andrebbero aggiunte anche delle campagne volte ad elevare il livello culturale degli italiani, improntante soprattutto sul rispetto verso il prossimo. Proprio in merito a tale argomento, il presidente dell’Arcigay di Napoli ha detto: “L’omofobia è diffusa, a livello culturale, nella nostra società e questo genera drammi importanti. Per cui, come diceva Gennaro, il ragazzo che ci ha segnalato questa discriminazione, lui l’ha fatto non solo per me ma anche perché questo non succeda ad un ragazzo che è più fragile e più debole di me. Quindi, in questo momento sono due le cose da fare: dal punto di vista normativo andrebbe creata una legge che tuteli le persone LGBT; l’altro aspetto è invece quello culturale“.