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Calcio: Lukaku, 'avevo detto a Zhang che saremmo andati in finale, ora me la godo'

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Milano, 5 giu. - (Adnkronos) - "Penso che adesso la gente sta vedendo quello che posso fare per la squadra. Ma io non posso guardare solo a me stesso, l’Inter è più importante di tutto e io voglio che l’Inter vinca, il mister prenderà le sue decisioni. Sapevo ch...

Milano, 5 giu. – (Adnkronos) – "Penso che adesso la gente sta vedendo quello che posso fare per la squadra. Ma io non posso guardare solo a me stesso, l’Inter è più importante di tutto e io voglio che l’Inter vinca, il mister prenderà le sue decisioni. Sapevo che potevamo arrivare in finale di Champions e l’ho scritto al presidente quando dovevo tornare all’Inter, lui mi ha risposto con una emoticon, poi ci siamo sentiti al telefono e ne abbiamo parlato un po'". Così l'attaccante dell'Inter Romelu Lukaku, nel mediaday nerazzurro a 5 giorni dalla finale di Champions League contro il Manchester City.

"Dobbiamo crederci, ho sempre avuto fiducia in questo gruppo, per me sono come fratelli e ci proveremo insieme, vogliamo vincere per il popolo nerazzurro -aggiunge il trentenne belga-. Dobbiamo essere molto compatti come squadra, bisogna preparare benissimo la partita. Il mio futuro? Ne parliamo dopo la finale".

Lukaku ha rilasciato alcune dichiarazioni anche alla Cnn riguardo la sua voglia di godersi la finale di Istanbul, a prescindere se Inzaghi deciderà di schierare lui o Dzeko al fianco di Lautaro: "Voglio soltanto godermela senza avere pressioni, gustarmi il momento e andare lì per ottenere il miglior risultato possibile. Giocare contro la migliore squadra del mondo è una cosa bellissima, il City è una formazione ben allenata, Guardiola in ogni partita ha un piano di gioco diverso, in questo modo Haaland ha occasioni da rete sempre nuove e riescono ad aprire le difese".

Lukaku traccia poi una linea di continuità tra questa Inter e gli 'eroi del triplete', ovvero la formazione nerazzurra che vinse tutto nel 2010 alla guida di José Mourinho: "Molti dei giocatori di quella squadra vengono a vedere le nostre partite e dicono che c’è lo stesso spirito di allora". Un legame all’interno dello spogliatoio che probabilmente si è consolidato nel 2020, durante la pandemia: "È stato un momento emozionante, abbiamo passato tantissimo tempo insieme, da vera squadra. In quel periodo trascorrevo più tempo con i miei compagni di squadra che con mio figlio maggiore… Giocando in campo, tornando in albergo, restando nella stanza, guardando le partite insieme".

Adesso c’è una finale dove mettere sul piatto i frutti di quegli anni: "Per grazia di Dio posso giocare una finale. Avrò la mia famiglia vicino, sarebbe bellissimo vincere, la chiusura di un cerchio". Con un pensiero al nonno, che ricorda dopo ogni gol guardando il cielo: "Quando vedo mio figlio, vedo tanto di lui. Mio nonno per me era il mio numero uno, il mio più grande tifoso. Gli ho promesso che mi sarei preso cura di mia madre quando avevo 12 anni, e l'ho fatto. Per questo lo guardo in cielo dopo ogni gol".