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Calciomercato Milan, da Conte ad Ancelotti: ecco come cambiano i rossoneri

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La dirigenza del Milan non è soddisfatta dei risultati che sta ottenendo il pur bravo Montella. Circolano i nomi di Conte e Ancelotti per rivitalizzare i rossoneri.

Montella in bilico

La partenza del Milan di Vincenzo Montella non ha dato i frutti sperati. Non sono solo i tifosi da bar ad affermarlo e a puntare il dito, ci sono state anche parole ufficiali. Proprio Fassone aveva così commentato la sconfitta contro la Sampdoria: «Non ci sono alibi, ho visto una squadra in confusione e con un atteggiamento sbagliato, certamente non da Milan – attacca l’ad dopo la strigliata negli spogliatoi –. Se sono qui a parlare è perché dopo sei gare non posso accettare due ko, non può diventare una routine. Tanto più che la Samp credo non sia dello stesso livello del Milan: sono un uomo di numeri e so che hanno un fatturato che è un terzo del nostro. Mi aspetto che una pronta reazione». L’Aeroplanino non è mai espressamente citato, ma è palese che sia il principale nome del banco degli imputati.

Vincenzo Montella è al lavoro, ma deve fare i conti con delle pressioni forti sia da parte della società che da parte dell’ambiente: prematuro forse metterlo davvero in discussione, tuttavia iniziano già a circolare i primi nomi per la sua successione.

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Due grandi nomi per la panchina del Milan

In orbita Milan circolano due grandi nomi, uno grandissimo, forse i tecnici italiani più quotati in questo momento: l’ex rossonero (sia in campo che in panchina) e condottiero di molte vittorie Carlo Ancelotti e il tecnico del Chelsea Antonio Conte. Entrambe le trattative sono difficilissime, soprattutto adesso. Ma le vie del calcio sono infinite.

Carletto, per il Milan, è probabilmente l’ipotesi più suggestiva. Ancelotti sicuramente ravviverebbe il cuore dei tifosi, e avrebbe molta più “fallibilità” di Montella. È un’operazione un po’ nostalgica, ma è anche sinonimo di qualità, il curriculum di Carletto parla da solo.

Antonio Conte è stato sempre un avversario per il Milan (ma è stato allievo di Ancelotti), ma è sempre stato in grado di far rendere i suoi giocatori al massimo se non oltre, facendo ottenere grandi risultati a più livelli a squadre che magari sulla carta partivano un po’ sfavorite. E il Milan, nonostante gli acquisti, non è favorito per questo scudetto. Probabilmente nemmeno per il prossimo. È il terreno ideale per Antonio Conte. Ancelotti, invece, da qualche anno a questa parte allena squadroni pieni ti top players e possibilità economiche.

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La difesa con Montella, Conte e Ancelotti

Al di là del rendimento degli uomini di Montella il grande dilemma tattico che anima il mondo rossonero è quello riguardante lo schieramento in campo. In particolare quello della difesa, dove il dilemma è se a 3 o a 4. Leonardo Bonucci, pupillo di Conte, in questo senso ha un peso notevole: il centrale ha fatto grandi cose con il tridente difensivo, meno in tandem con un altro centrale, tuttavia va considerata la rosa nella sua totalità. La difesa a 3 comporterebbe l’avanzamento di Rodriguez e Conti (quando starà bene) sulla linea dei centrocampisti, due mediani e poi il dubbio tra doppio trequartista o doppio attaccante.

Conte ha fatto della difesa a 3 il suo marchio di fabbrica in Italia: due esterni alti, tre mediani e due attaccanti. Montella ha già tentato questa soluzione, senza grande successo, ma va anche detto che non ha avuto tempo di rivederla con calma. Alcuni punti a favore del tecnico ex Juve sarebbero l’aver già lavorato con questo sistema tattico, la fiducia in Bonucci come ‘regista’ dalla difesa, poter assemblare una mediana a tre. Quello però che Conte ha sempre chiesto anche ai tempi bianconeri è un grande attaccante, quello che risolve le partite: da questo punto di vista come caratteristiche tecniche il Milan non ne avrebbe uno in rosa.

Il discorso con Ancelotti invece cambia drasticamente: il credo al Bayern è il 4-2-3-1, un sistema che permetterebbe di avere equilibrio su tutto il campo. Il problema della difesa rimarebbe invariato e sulla trequarti servirebbero degli innesti, almeno un esterno in più, ma Suso – che con l’attacco a due avrebbe difficoltà – sarebbe totalmente coinvolto.