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Cambiamenti climatici: il futuro è il gas, USA contrari

estrazione carbone

La soluzione al problema dei cambiamenti climatici e al riscaldamento globale è favorire l’impiego del gas al posto del carbone. A sostenerlo sono le principali aziende europee del settore petrolifero, Eni, BG Group, BP, Statoil e Total, in una lettera a firma congiunta inviata al Segretario E...

La soluzione al problema dei cambiamenti climatici e al riscaldamento globale è favorire l’impiego del gas al posto del carbone.

A sostenerlo sono le principali aziende europee del settore petrolifero, Eni, BG Group, BP, Statoil e Total, in una lettera a firma congiunta inviata al Segretario Esecutivo dell’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) e al Presidente della XXI Conferenza delle Parti (COP21) dell’UNFCCC, organizzatori della conferenza mondiali sui cambiamenti climatici prevista a Parigi il prossimo dicembre.

La combustione del gas, si legge all’interno del documento reso noto oggi, genera la metà delle emissioni rispetto a quella del carbone, quindi la scelta è da considerare obbligata. Bisognerebbe favorire l’importazione di gas dal Nordafrica, ma occorre in primo luogo realizzare le infrastrutture per il trasporto e la distribuzione in Europa. Questo il chiaro appello lanciato ai governi europei.

Critica invece la posizione delle aziende nei confronti della ETS, la Emission Trading System, il sistema di tassazione che colpisce chi inquina, adottato dall’Europa nell’ambito delle misure per contenere il riscaldamento globale: si paga troppo poco e non risulta conveniente investire per ridurre le emissioni. Eni suggerisce l’adozione di un sistema più articolato, basato sulla tassazione in base alla qualità e alla tipologia dell’inquinamento, in maniera da favorire la scelta del gas rispetto al carbone.

Freddezza da parte delle compagnie americane. Exxon e Chevron hanno deciso di non sottoscrivere la lettera, prendendone perciò le distanze. Pare che la soluzione del gas in Europa non sia molto gradita oltre oceano: scorte di carbone provenienti dagli USA sono infatti sempre più spesso vendute nel nostro continente, divenute inutili dopo che il gas di scisto ha rivoluzionato i programmi energetici statunitensi per il futuro, facendo prevedere con ottimismo l’autosufficienza per il 2020.