> > Camporini: “Ecco perché non possiamo inviare caccia contro gli aerei russi”

Camporini: “Ecco perché non possiamo inviare caccia contro gli aerei russi”

Il generale Camporini

Inviare caccia Nato e magari italiani contro gli aerei russi? Non si può fare e l'ex Capo di Stato Maggiore della Difesa ha spiegato bene perché

In una intervista rilasciata a Fanpage l’ex Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare e della Difesa, generale Vincenzo Camporini, lo ha spiegato molto chiaramente: “Ecco perché non possiamo inviare caccia contro gli aerei russi”. L’ex dirigente dell’Istituto Affari Internazionali e presidente del Centro Alti Studi della Difesa ha analizzato lo scenario in cui ri registrano le pressanti richieste del presidente ucraino Zelensky alla Nato, richieste anche di velivoli. E Camporini ha bocciato l’eventualità in due contesti

Caccia Nato contro gli aerei russi: non si può fare

Ecco il primo, abbastanza evidente: “Eventuali velivoli a disposizione degli equipaggi ucraini devo essere noti ai militari, e l’Italia non ha nessun aeroplano che gli ucraini sappiano pilotare”. Ha spiegato Camporini: “Quindi è una richiesta che non ci riguarda come Paese, ci riguarda in quanto membri della Nato”. Poi, a proposito del secondo motivo, il generale ha spiegato: “La Polonia avrebbe questi velivoli, ha dei caccia Mig, che sicuramente gli ucraini conoscono”. C’è un problema però: “Tuttavia inviarli sarebbe un atto politicamente molto importante, molto più significativo rispetto a fornire qualche centinaio di missili Stinger o Spike”. 

La possibile reazione di Putin e l’opzione Stinger

E la chiosa: “Un’operazione del genere potrebbe scatenare una reazione da parte di Putin nei confronti dell’Alleanza Atlantica. Fra i mezzi che gli ucraini hanno già a disposizione grazie agli Usa per abbattere i velivoli russi Camporini ha indicato i missili terra-aria Stinger che avevano già fatto la fortuna dei mujaheddin in Afghanistan: “Sono ‘spalleggiabili’ perché il lanciatore e il missile contenuto al suo interno pesano meno di trenta chili e quindi un soldato addestrato può caricarselo in spalla, puntare verso l’obiettivo, cioè l’aereo russo in questo caso, e poi il missile dirige automaticamente la sua traiettoria verso il bersaglio, generalmente attirato dal calore che emana il motore del velivolo. Sono missili molto efficaci, anche se relativamente vecchi”.