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Cancellieri a compagna Ligresti: conta su di me

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Il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri  avrebbe parlato con Gabriella Fragni, la compagna di Salvatore Ligresti, a pochi giorni dall'arresto dell'ingegnere noto per il crack del colosso assicurativo FonSai. E' quanto rivela l'AdnKronos che in esclusiva possiede i tabulati delle inter...

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Il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri avrebbe parlato con Gabriella Fragni, la compagna di Salvatore Ligresti, a pochi giorni dall’arresto dell’ingegnere noto per il crack del colosso assicurativo FonSai. E’ quanto rivela l’AdnKronos che in esclusiva possiede i tabulati delle intercettazioni e dei verbali della Procura di Torino.

”Qualsiasi cosa io possa fare, conta su di me”

Queste le parole per assicurare disponibilità a scarcere la figlia Giulia Ligresti.

“Se tu vieni a Roma, proprio qualsiasi cosa adesso serva, non fate complimenti guarda non è giusto guarda non è giusto”

Così avrebbe detto il Ministro alla compagna di Ligresti a qualche giorno dall’arresto di Ligresti e dei tre figli.

Il tono delle telefonate è di confidenza e comprensione dove spicca l’aspetto solidale.

“Son veramente dispiaciuta. Ma sono mesi che ti voglio…poi ci sono state le vicende di Piergiorgio (Peluso, ndr) quindi…guarda…”

“Eh vabbè…io non so se quanto mai rientrerò a Milano ma appena riesco ad arrivarci, ormai fino a tutto settembre, ti vengo subito a trovare. Però qualsiasi cosa, veramente, con tutto l’affetto di sempre… con tutto l’affetto di sempre, guarda” … “ti abbraccio con tantissimo affetto”

Il Ministro spiega in una lettera ai capigruppo di Parlamento e Senato che:

“Intervenire è compito del Ministro della Giustizia. Non farlo sarebbe colpevole e si configurerebbe come una grave omissione”. Premettendo “nel caso di Giulia Ligresti” di avvertire “l’esigenza di precisare il senso e i limiti del mio intervento, non appena avuta conoscenza, per via diretta, delle condizioni psicofisiche della ragazza.

Giulia Ligresti avrebbe sofferto per le condizioni psicofisiche e il Ministro ha attuato il protocollo come per tutti gli altri detenuti:

“Era mio dovere trasferire questa notizia agli organi competenti dell’Amministrazione Penitenziaria per invitarli a porre in essere gli interventi tesi ad impedire eventuali gesti autolesivi. Mi sono comportata, peraltro, nello stesso modo quando sono pervenute al mio Ufficio segnalazioni, da chiunque inoltrate, che manifestassero preoccupazioni circa le condizioni sullo stato psicofisico di persone in stato di detenzione.”

“Non c’è stata, quindi, né poteva esserci alcuna interferenza con le decisioni degli Organi giudiziari. Nella mia comunicazione al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, non vi è stato nel modo più assoluto, come ampiamente dimostrato, alcun riferimento a possibili iniziative finalizzate alla eventuale scarcerazione della Ligresti”.

Conclude la lettera:

“Tutti voi conoscete l’attenzione e l’impegno che fin dal primo giorno del mio mandato ministeriale ho riservato alle condizioni in cui versano i detenuti; condizioni che, troppo spesso, hanno portato, specialmente le persone più vulnerabili, a compiere scelte estreme”.

Questo impegno conosciuto dai colleghi politici dovrebbe essere domandato ai diretti interessati. I carcerati.