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Cani uccisi dalle esche al veleno, ronde in azione

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Sono 16 i cani morti per avvelenamento a Genova, altri due a Avegno e Chiavari. La modalità è sempre la stessa. In ogni caso si tratta di bocconi killer che possano essere le classiche polpette avvelenate, carne con all'interno veleno per topi o addirittura spugne da cucine fritte trasformate in b...

Sono 16 i cani morti per avvelenamento a Genova, altri due a Avegno e Chiavari. La modalità è sempre la stessa. In ogni caso si tratta di bocconi killer che possano essere le classiche polpette avvelenate, carne con all’interno veleno per topi o addirittura spugne da cucine fritte trasformate in bocconcini appetitosi nell’olfatto e che poi, una volta ingerite dall’animale, si gonfiano a dismisura fino a creare un blocco intestinale. Il 2017 ha segnato tanta crudeltà verso i cani da costituire sette gruppi attivi anti esche sparse in tutta la Liguria – San Fruttuoso, Foce, Centro, Carignano; Nervi, Quarto, Quinto; Sturla, San Martino, Borgoratti, Albaro; Castelletto, Righi, Circonvalazione Oregina, Lagaccio; Sampierdarena, Voltri; Campomorone, Rivarolo. Grazie a loro arrivano continue segnalazione per la prevenzione e per fare aprire gli occhi alla gente del luogo così da diventare possibili segnalatori. Difatti, nel caso in cui si trovassero le esche è possibile riferirlo nell’immediato alla pagina ‘Segnalazioni bocconi avvelenati’

“La gente non conosce del tutto la grave situazione di questi ultimi tempi e va rigorosamente informata, anche perché le esche possono essere letali non solo per animali ma anche per i bambini che giocano nei parchi. Ancora non è successo ma, se li mettessero in bocca, cosa accadrebbe?. Per ora le ronde sono sette ma cresceranno sempre più per avere modo di coprire ogni possibile territorio a rischio”. – dice Stefano Weiss, prezioso punto di riferimento delle ronde nonché creatore del gruppo su Facebook: ‘Emergenza bocconi avvelenati’.

Per chi non avesse la possibilità di utilizzare Facebook, le esche ritrovate andranno subito portate ai veterinari della Asl3, per poi essere prontamente analizzate dall’istituto zooprofilattico che a sede in Corte Lambruschini.

C’è anche chi grida alla leggenda in merito alla esca fatta con le spugne fritte ma il 22 luglio Caterina Laura Pirella scriveva sul gruppo Facebook: “morto un cane avvelenato in Via Isonzo, trovate residui di spugne fritte”. E di nuovo: “residui di spugna trovate in Piazza della Vittoria, un cane è stato messo in salvo”. Ricordiamo che, avvelenare un animale, è vero e proprio rato ai sensi degli articoli 544-bis e 544-ter – uccisione e maltrattamento animale -, del codice penale e punibile anche con la reclusione.