Roma, 11 set. (Adnkronos) – "Il decreto del Ministero della Salute che ha inserito il CBD nella tabella dei farmaci, sez B del DPR 309/90 – oggetto di un intervento del TAR del Lazio pubblicato in data odierna – non ha alcuna connessione con l’emendamento sulla cannabis all’art. 18 del DDL “Sicurezza”". Lo puntualizza in una nota il Dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del Consiglio, dopo la sentenza del Tar del Lazio di sospensione del decreto ministeriale del ministero della Salute del giugno scorso che inserisce le composizioni orali contenenti Cbd nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti.
"Tale emendamento infatti interviene – come già spiegato ieri in una nota del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del consiglio – per recepire la sentenza della Corte di Cassazione n. 30475 del 30 maggio 2019, che mantenendo la commercializzazione dei derivati da inflorescenze (marjuana) e resina (hashish) “sottoposta alla disciplina del DPR n. 309 del 1990”, la esclude dalla legge n. 242/2016, che prevede la sola liceità della coltivazione della cannabis per altre finalità, tassativamente indicate dalla legge medesima. Si ribadisce, pertanto, la completa mancanza di connessione fra il DDL in discussione e l'intervento del TAR, che ha peraltro concesso una sospensiva senza entrare nel merito", conclude la nota del dipartimento di Palazzo Chigi.