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Canone Rai, in arrivo un nuovo aumento: il motivo e le cifre del possibile rincaro

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Possibile aumento del canone Rai: la decisione sarebbe dovuta alla situazione economicamente critica in cui versa l'azienda.

Gli italiani potrebbero presto trovare una nuova sorpresa in bolletta: non si eclude infatti un ipotetico rincaro del canone Rai, per via della situazione economica in cui versa l’azienda.

Rincaro del canone Rai: la situazione economica aziendale

Carlo Fourtes – Amministratore Delegato della società televisiva – nel corso di un’audizione interna, ha dipinto il quadro economico dell’azienda «molto preoccupante», chiedendo più risorse per consentire alla tv pubblica di affrontare le sfide del futuro ed evitare così «una riduzione del perimetro». Con quest’ultimo termine («perimetro», ndr) non è ancora ben chiaro a cosa voglia alludere, fatto sta che il vero motivo della proposta avanzate dal manager risiede nella volontà risollevare i ricavi dell’azienda pubblica, calati di oltre il 20% nell’ultimo decennio.

Rincaro del canone Rai: la proposta allo Stato

La volontà dell’amministratore delegato di Viale Mazzini è quella di vedere approvato il riconoscimento integrale del gettito del canone, eliminando le trattenute effettuate dallo Stato con le quali viene finanziato il fondo per il pluralismo.

Di fronte alla necessità di investire sempre più sul digitale, sostiene Fuortes: «si pone il tema di far pagare la tassa a chi guarda i canali Rai in streaming e non sul digitale terrestre». A livello teorica, quindi, non verrebbe introdotta nessuna nuova tassa, bensì una misura che interesserebbe una percentuale dell’utenza complessiva: coloro che usufruiscono del servizio Rai in streaming.

Rincaro del canone Rai: la risposta della Lega

In sede politica non è stata vista di buon occhio la proposta lanciata da Carlo Fourtes. In particolare, la Lega si è così esposta, supportata dalla voce dei membri della Commissione di Vigilanza: «Il solo messaggio, anche a fronte di un impatto nullo sugli utenti, è irricevibile. […] Il Carroccio si opporrà in tutti i modi a nuovi canoni».

La preoccupazione dell’ad Rai nasce soprattuto dallo schema di decreto attuativo determinato dalla direttiva Ue sui servizi di media audiovisivi, e i relativi nuovi tetti per l’affollamento pubblicitario. Secondo Fuortes, infatti, questi avvantaggerebbero le emittenti private e causerebbero alla Rai un danno, a regime, di oltre 130milioni.