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Caos in Tunisia anche un circo italiano cerca aiuto alla Farnesina

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E' sempre più caos in Tunisia. Dopo la fuga del presidente Ben Ali che ha di più gettato il Paese nella guerra civile sul piano della sicurezza, con fughe di massa dalle carceri e il terrore dei saccheggi e delle devastazioni nonostante lo stato di emergenza e il coprifuoco. Tra gli altri sono i...

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E’ sempre più caos in Tunisia. Dopo la fuga del presidente Ben Ali che ha di più gettato il Paese nella guerra civile sul piano della sicurezza, con fughe di massa dalle carceri e il terrore dei saccheggi e delle devastazioni nonostante lo stato di emergenza e il coprifuoco. Tra gli altri sono in grave difficoltà i 70-80 componenti di un circo italiano, il Circo Bellucci, bloccato a Sfax senza più alcuna protezione. Hanno chiesto aiuto anche alla Farnesina (“una nave per fuggire”), perché gruppi di banditi cercano di derubarli e comunque sono ormai quasi senza cibo, per loro e per una cinquantina di animali. Sul fronte politico si cerca una via d’uscita alla crisi con la formazione di un governo d’unità nazionale.
Dopo 23 anni di regime la Tunisia è da rifondare, ed il rattoppo tentato ieri con il conferimento dell’interim al primo ministro Mohammed Ghannouchi è durato solo poche ore. Le proteste dell’opposizione e delle piazze, con manifestazioni in tutto il Paese grazie anche al passaparola su internet finalmente liberato, hanno spinto il governo a bandire ogni carattere di “temporaneita” all’assenza del presidente, decretando la vacanza definitiva della carica sulla base dell’art. 57 della Costituzione. Il presidente del Parlamento Foued Mebazaa ha assunto temporaneamente i poteri presidenziali e il Consiglio costituzionale ha annunciato nuove elezioni presidenziali entro 60 giorni.
Il caos e le violenze però hanno subito oggi una drammatica impennata: migliaia di detenuti sono evasi dalle carceri e molti sono stati uccisi in tutto il Paese, da Monastir a Madhia, da Sfax a Kairouan, da Kasserine a Biserta fino a Kram, Cartagine e lo stesso centro di Tunisi. A Monastir decine sono morti anche a causa dell’incendio appiccato ai materassi di un dormitorio dopo un assalto con trattori per sfondare i muri di recinzione. E cresce la paura dei saccheggi e delle devastazioni, ormai attribuiti principalmente a uomini fedeli a Ben Ali. In diversi sobborghi di Tunisi – popolari e benestanti – e in altre zone del Paese la popolazione si è asserragliata nelle case e ha cominciato ad organizzarsi con ronde armate per respingere eventuali assalti. Dopo aver sciolto il governo, il presidente ad interim oggi ha affidato allo stesso premier Ghannouci l’incarico di formarne un altro, assicurando che nessuno sarà escluso” dal processo politico e che il prossimo esecutivo sarà un “governo di unità nazionale”. Accolte così le richieste dell’opposizione, e in particolare del suo leader più riconosciuto, Mohammed Nejib Chebbi, fondatore del Partito Democratico Progressista, che nel 2009 aveva inutilmente tentato di presentarsi alle urne come rivale di Ben Ali. Ma il suo Pdp è fuori del Parlamento, non essendosi allora, per protesta, presentato alle elezioni.