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Capasso, salma benedetta in obitorio. No funerali in Chiesa

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Benedizione della salma al cimitero ma non funerali per Luigi Capasso, che ha tentato di uccidere la moglie e ucciso le figlie a Cisterna di Latina.

Si continua a parlare della tragica vicenda avvenuta a Cisterna di Latina, dove un carabiniere, Luigi Capasso (foto in alto), 43 anni, ha tentato di uccidere con la pistola d’ordinanza la moglie, la 39enne Antonia Gargiulo, che l’aveva lasciato, e ha ucciso le due figlie, Alessia di 12 anni e Martina di 8. Poi, otto ore più tardi, si è tolto la vita nella casa della donna, dove aveva sequestrato le bambine.

L’uomo era in servizio a Velletri, ma era originario del quartiere napoletano di Secondigliano. Tuttavia la salma non è stata trasportata nella parrocchia del quartiere napoletano, bensì nel carcere di Poggioreale, dove ha ricevuto la benedizione di un sacerdote. Nella “Sala Deposito salme” erano presenti alcuni familiari di Capasso e non è stato consentito l’accesso ai giornalisti.

Oltre alla benedizione, è stato reso noto che il cadavere non avrà nessun funerale per motivi di ordine pubblico, visto quello che Luigi Capasso ha fatto alla sua famiglia e soprattutto alle sue bambine.

I dettagli

Bara e Luigi Capasso

Inizialmente era stato annunciato che la benedizione della salma sarebbe avvenuta nella parrocchia di Secondigliano, ma dopo che nel quartiere sono stati affissi i necrologi del carabiniere – assassino, ci sono state delle opposizioni al fatto che la piccola cerimonia avvenisse lì, perciò il programma è stato cambiato per ragioni di “privacy”. Inoltre la Questura di Napoli ha fatto sapere che i familiari di Luigi Capasso hanno deciso di non far celebrare i suoi funerali nella Chiesa di Secondigliano.

Strage premeditata

Intanto continuano le indagini sul tentato omicidio di Antonia Gargiulo – ora sedata profondamente all’Ospedale San Camillo di Roma – da parte dell’ex marito e sull’omicidio delle loro figlie.

La mamma e le figlie

E’ emerso che Capasso aveva premeditato tutto da tempo: sarebbero state trovate cinque lettere da lui scritte ai propri genitori e ai fratelli, lettere in cui l’uomo dava addirittura indicazioni per la ripartizione dell’eredità, la gestione dei risparmi e della sua casa con cui aveva vissuto con la moglie e le bambine. Avrebbe anche firmato un assegno per i funerali di queste ultime. Inoltre nelle missive, l’appuntato dell’Arma accusa la moglie, che aveva chiesto la separazione da lui lo scorso settembre dopo averlo denunciato per averla aggredita – davanti alla Findus, dove lavorava come operaia ed i colleghi sono erano accorsi per aiutarla -. Un’unica denuncia che purtroppo non avrebbe potuto portare le autorità a prendere provvedimenti legali nei confronti dell’uomo – a parte che è capitato che nemmeno dozzine di denunce facessero nulla per salvare una donna -.

In passato lui aveva già aggredito più volte Antonia, in pubblico e davanti alle figlie, e la signora aveva presentato un esposto ai Carabinieri, dicendo di aver cominciato ad aver paura del marito, perchè era diventato violento – si era anche trasformato in uno stalker -. Dal canto suo, Capasso aveva “ricambiato” presentando un esposto contro la moglie, affermando che non gli faceva vedere Alessia e Martina. Prima di quell’aggressione fuori dall’azienda dove lavora, Antonia non l’aveva mai denunciato perchè temeva che Capasso perdesse il posto e non potesse più passarle l’assegno di mantenimento per le piccole.