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Capodoglio muore sulla spiaggia per aver ingoiato rifiuti

Capodoglio 1

Capodoglio muore su una spiaggia in Spagna per aver ingoiato 29 chili di rifiuti, soprattutto plastica. Partito un progetto a salvaguardia dei mari.

Sulla spiaggia vicino al faro di Cabo de Palos, nella regione di Murcia, nella Spagna meridionale, è stato trovato morto un capodoglio all’interno del cui stomaco vi erano addirittura 29 chili di plastica o meglio plastica ed altri tipi di rifiuti gettati in mare da persone irrispettose della natura.

La carcassa dell’animale – che scientificamente è denominato Physeter macrocephalus, è il cetaceo di maggiori dimensioni tra gli odontoceti e si ciba quasi esclusivamente di calamari – è stata esaminata da alcuni esperti, i quali sono arrivati alla conclusione che questo sia morto a causa di una peritonite o dell’occlusione del sistema digestivo.

Chi ha eseguito l’autopsia

L’analisi è stata effettuata dal Centro di recupero della fauna selvatica di El Valle, nell’ambito del progetto “Servizio di monitoraggio dei fattori che influiscono sulla conservazione e il recupero delle specie di fauna protetta nella rete natura”, lanciato dalla della Direzione generale dell’Ambiente Naturale della Regione di Murcia.

Capodoglio

La campagna di sensibilizzazione

Una volta che si è arrivati alla drammatica scoperta delle cause della morte del capodoglio, il ministero del Turismo, della Cultura e dell’ambiente spagnolo ha lanciato una campagna di sensibilizzazione per limitare il consumo di plastica ed anche per evitare che i rifiuti vengano gettati in mare, inquinandolo, con conseguenze come quella che abbiamo visto per la fauna (sotto, la riproduzione sulla spiaggia del capodoglio morto per aver mangiato rifiuti).

Capodoglio

Per questo progetto si sono attivati l’Ufficio di Promozione Sociale ed Economico per l’Ambiente (OISMA) del governo regionale e il cofinanziamento dei fondi europei Feder, diretti dall’Associazione europea per l’Ambiente. In concreto si sta procedendo alla pulizia della spiaggia in base al protocollo Ocean Conservacy, che consente di stabilire la tipologia e la quantità dei rifiuti riversati in mare. Poi si terranno conferenze e dimostrazioni audiovisive del fenomeno nei centri educativi e sociali di Murcia.

La dichiarazione

Dei lavori si occupa anche l’Associazione Medio Natural, la cui presidente, Consuelo Rosauro, ha sottolineato che “la presenza della plastica negli oceani e nei mari è una delle più grandi minacce per la conservazione della vita selvatica in tutto il mondo”: o perchè gli animali ne rimangono intrappolati oppure perchè la ingeriscono, come appunto è accaduto al povero capodoglio, che ha tra l’altro avrebbe ingurgitato addirittura un bidone di plastica, oltre a sacchi di rafia, boe, corde, pezzi di rete e quant’altro. Materiali inimmaginabili da trovare nello stomaco di qualsiasi specie e in una quantità inimmaginabile. La Rosauro definisce il progetto ecologico appena partito un’ “azione di consapevolezza ambientale”, a cui si unisce un’attività di volontariato. C’è veramente da augurarsi che funzioni, perchè morti così assurde di animali che sarebbe bello vedere in natura, non accadano più.