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Blitz dei carabinieri, sequestrati beni per 5 mln a imprenditore

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Scoperto enorme giro di cocaina, attivo da diversi anni. Stamattina le forze dell'ordine sono intervenute e hanno sequestrato 5 milioni di beni tra denaro, mobili e immobili.

Scoperto traffico di cocaina

Un’operazione antidroga è stata eseguita stamattina. I carabinieri, la polizia e la Guardia di Finanza di La Spezia hanno compiuto un’azione disposta dal Tribunale cittadino su richiesta della Dda di Genova, che ha previsto il sequestro anticipato dei beni per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro. Tutto girava attorno ad una persona e agli eredi di una seconda, uccisa nel 2012 nel crotonese.

L’inchiesta ha permesso di identificare gli organizzatori, i promotori e i partecipanti ad un’associazione indirizzata al traffico internazionale di cocaina. Circa una tonnellata di droga veniva comprata da spacciatori colombiani e trasportata via mare in Italia. Successivamente, era portata in un magazzino a La Spezia per essere stoccata. Il fine ultimo era la sua commercializzazione nel centro-nord Italia. L’operazione si chiama Money Monster.

La confessione di un pentito ha sbloccato le indagini

E’ stato un pentito della ‘ndrangheta calabrese a svelare il traffico internazionale di cocaina dell’affiliato, Santo Abossida, deceduto nel crotonese nel 2012. Il defunto era un ufficiale di marina mercantile, ed è stato ucciso il 14 agosto a Torretta di Crucoli, nel crotonese, con il figlio in braccio. Un sicario lo freddò con tre colpi di pistola alla tempia.

La confessione ha permesso agli inquirenti di ricostruire delle attività illecite dal 2004 al 2012 e di sequestrare 5 milioni di beni. Questi erano intestatiai figli e alla sorella dell’uomo ucciso, residente da anni a La Spezia. La donna è stata sottoposta a 5 anni di sorveglianza speciale.

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L’operazione Money Monster e i beni sequestrati

L’operazione Money Monster è stata illustrata dal procuratore capo Francesco Cozzi e dal magistrato della Dda Alberto Landolfi che ha coordinato l’indagine svolta da carabinieri, polizia e guardia di finanza. Genova era una delle città riferimento del traffico insieme a Gioia Tauro. Gran parte della droga era importata in particolare a bordo di un peschereccio. Le persone coinvolte sono sospettate di essere i principali organizzatori e promotori dell’associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, composta da cittadini colombiani e da soggetti di origine calabrese, vicini alla ‘ndrangheta. Le indagini hanno permesso di documentare gli illeciti, e la sproporzione tra il valore dei beni posseduti ed i redditi dichiarati.

Sono stati sequestrati: una villa con piscina, una ventina di abitazioni, altrettante unità immobiliari adibite a magazzini e cantine, una cinquantina di terreni ed uliveti, due società, conti correnti bancari e postali, cassette di sicurezza, numerosi buoni fruttiferi, polizze assicurative ed autoveicoli.

Sospetti precedenti

Il reale ed ingente patrimonio di Bombina Abossida, sorella ed erede del trafficante defunto di cocaina affiliato alla ‘ndrangheta, è emerso dopo un furto subito in casa a La Spezia nel 2014. L’arresto dei ladri e il ritrovamento della refurtiva (35 mila euro in contanti più un tesoro in gioielli) ha dato modo di notare la grande discrasia con i redditi dichiarati dalla donna. Sono stati gli accertamenti avviati dalla guardia di finanza a sottolineare la differenza fra i patrimoni reali e quello dichiarati. Bombina aveva investito il denaro in due negozi di alta moda femminile (Smeraldo e Stargate) alla Spezia che sono fra i locali sottoposti a sequestro. Sequestrati anche decine di terreni e immobili fra il crotonese e La Spezia. Sequestrati inoltre numerosi conto bancari nazionali ed esteri facenti capo agli eredi Abossida.