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Carcinoma basocellulare: cos'è, sintomi, mortalità e terapie della malattia di Valentina Ferragni

valentina ferragni

Che cos'è il carcinoma basocellulare, il tumore maligno che ha colpito Valentina Ferragni. Sintomi, mortalità e terapie raccomandate per sconfiggerlo

Che cos’è il carcinoma basocellulare? Scopriamo i sintomi, la mortalità e le terapie raccomandate per sconfiggere il tumore maligno che ha colpito Valentina Ferragni.

Valentina Ferragni e il carcinoma basocellulare: di cosa si tratta

In termini scientifici il carcinoma basocellulare è un nodulo superficiale a lento accrescimento derivato da alcune cellule epidermiche. I carcinomi basocellulari derivano da cheratinociti vicini allo strato basale, che a volte vengono chiamati cheratinociti basaloidi. La metastasi è rara, ma la crescita locale può essere molto distruttiva. Si tratta quindi di un tumore della pelle, il più diffuso. Solo negli Stati Uniti conta più di 4 milioni di nuovi casi all’anno. È molto più frequente negli individui con pelle chiara. A volte possono essere associati a sindromi genetiche.

Valentina Ferragni e il carcinoma basocellulare: i sintomi

Quando ci troviamo di fronte a un carcinoma basocellulare? L’aspetto clinico e il comportamento biologico possono essere estremamente variabili, ma in generale i più comuni sono: nodulare (si forma un nodulo di piccole dimensioni, spesso sul viso, lucente e solido), superficiale (placche rosa o rosse che si formano sul tronco) e morfeiforme (placche piatte simili a cicatrici indurite).

Valentina Ferragni e il carcinoma basocellulare: diagnosi e trattamento

La diagnosi del carcinoma basocellulare avviene sempre tramite biopsia ed esame istologico. È letale solo raramente quando il carcinoma invade o infiltra strutture vitali profonde o orifizi come occhi o orecchie. Il trattamento del carcinoma cellulare basale deve essere eseguito in genere con una terapia locale. Il quadro clinico, l’estensione, la sede e il sottotipo istologico condizionano la scelta terapeutica, curettage, diatermocoagulazione, rimozione chirurgica, crioterapia, chemioterapia topica (imiquimod o 5-fluorouracile) e terapia fotodinamica, oppure, occasionalmente, la terapia radiante.