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Carlotta ri-contagiata a 15 anni: il Bambin Gesù studia gli effetti del Long Covid sul suo caso

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Carlotta è stata una delle prime adolescenti ad essere positiva ad aprile 2020, ed ora è appena guarita do la reinfezione: il caso di Long Covid.

Carlotta è stata una delle prime adolescenti ad essere positiva ad aprile 2020, ed ora è appena guarita do la reinfezione: l’ospedale Bambin Gesù studia su di lei i casi di Long Covid.

Carlotta, tra le prime ragazze positive 

Carlotta aveva appena 15 anni quando si è dovuta confrontare con il Covid per la prima volta: era aprile 2020. Oggi ha 17 anni e frequenta ancora il liceo scientifico Farnesina di Roma, ed è appena guarita dal secondo contagio da Coronavirus.

Niente di particolare sembrerebbe, visto che le reinfezioni sembrano essere piuttosto comuni, soprattutto con Omicron. Tuttavia, iniziano ad emergere il primi dati degli studi dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù, a cura della psicologa Chiara Carducci: un adolescente su cinque dopo essere guarito dal Covid manifesta stanchezza fisica, stato di ansia e chiusura nei confronti del mondo esterno, anche se in maniera non così marcata da determinare la depressione.

Long Covid: gli effetti che si trascina dietro il virus

Il Covid non è circoscritto alla semplice fase di positività quindi, soprattutto per gli adolescenti. E questo è un trend in crescita, spiega la dottoressa Carducci. Dopo il ricovero d’urgenza al Bambino Gesù e la guarigione in dieci giorni, ad aprile 2020, Carlotta ha iniziato a manifestare tachicardia anche a riposo, difficoltà di concentrazione, stanchezza costante. È quello che gli esperti definiscono come Long Covid.

Long Covid: il racconto di Carlotta

«Allora non si sapeva niente, nessuno capiva cosa stesse succedendo né sapeva consigliarti su cosa fare. Di vaccini nemmeno si parlava. So solo che quella notte non riuscivo a respirare, stavo veramente male, mi sembrava di soffocare. […] «Ancora oggi sento un dolore profondo ai polmoni che non so spiegare, una difficoltà a respirare che persiste anche se mi sono negativizzata ma sono meno preoccupata della prima volta. La Dad certamente non ha aiutato, è ancora più difficile mantenere la concentrazione perché ci sono mille distrazioni però almeno sono in contatto con le mie amiche».

Questo il racconto della giovane 17enne e della sua esperienza con il virus.