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Casaleggio Associati: eCommerce interessa più di 1 persona su 2

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In Italia il commercio non conosce ostacoli e continua a crescere su numeri a doppia cifra, nonostante un contesto sociale e finanziario complesso.

Parliamo dello shopping digitale, messo sotto analisi dall’ormai consueto rapporto della Casaleggio Associati, presentato ufficialmente a metà maggio.

Prosegue la crescita dell’eCommerce in Italia

Ci sono due dati fondamentali che vengono messi in risalto dallo studio della compagnia fondata dal compianto Gianroberto Casaleggio, che riguardano il volume complessivo della spesa online degli italiani e, soprattutto, il numero di utenti interessati da questo fenomeno. Ebbene, si stima che nel corso del 2017 il commercio digitale tricolore abbia fatto registrare un fatturato di 35,1 miliardi di euro, migliorando dell’11 per cento le prestazioni con cui era stato archiviato il 2016.

Oltre 35 miliardi di fatturato

Il rapporto “E-commerce in Italia 2018, Futuro ed Evoluzione dell’e-commerce dal 2018 al 2028″, presentato da Casaleggio Associati, contiene anche alcuni approfondimenti dettagliati sui settori che sono più dinamici in questa fase nel commercio virtuale: se turismo e tempo libero sono due cardini fondamentali (il primo vale da solo il 30,4 per cento dell’e-commerce italiano, il secondo pesa quasi per il 40 per cento), ci sono anche alcune “curiosità”, come la crescita della vendita online di prodotti per auto, in particolare pneumatici.

Gli italiani apprezzano i canali digitali

Sarebbero infatti quasi 15 milioni gli automobilisti del nostro Paese che in questi anni hanno acquistato almeno una volta una gomma da montare sulla propria vettura, servendosi dei servizi promossi dai portali specializzati; uno dei nomi più apprezzati è quello di Euroimport Pneumatici, uno dei siti che intercetta la clientela maggiore grazie a prodotti di qualità e prezzi convenienti, come si può scoprire effettuando un preventivo pneumatici sul sito e confrontandoi risultati con quelli dei competitor.

Almeno un italiano su due compra online

Altrettanto importante è il dato relativo alle persone che si rivolgono al canale digitale per i propri acquisti: a livello mondiale, il report della Casaleggio Associati rivela che “lo scorso anno 1,79 miliardi di persone nel mondo hanno effettuato un acquisto online, generando un fatturato di 2.290 miliardi di dollari”, lanciandosi ad anticipare che “entro il 2019 si prevede che l’e-commerce market cinese raddoppierà e per il 2021 che il fatturato e-commerce mondiale raggiungerà i 4.479 miliardi di dollari”. Per quanto riguarda il nostro Paese, invece, le ultime ricerche ritengono che 2 italiani su 3 visitano i negozi online, mentre più della metà (53 per cento) ha acquistato un prodotto o un servizio in rete nel corso dell’ultimo anno.

Il commento di Davide Casaleggio

Eppure, ci sono ancora svariati punti critici su cui intervenire, soprattutto sul versante dell’offerta: l’eCommerce “è uno dei pochi settori in Italia cresciuto a doppia cifra negli ultimi anni. Ma siamo ancora indietro, soprattutto nell’offerta di alcuni settori, come moda, salute e bellezza. C’è ancora un margine di progresso enorme”, come sottolinea Davide Casaleggio, presidente di Casaleggio Associati. Come detto, infatti, due soli comparti concentrano quasi il 70 per cento della spesa, relegando agli altri quote più marginali.

I settori più performanti

In linea di massima, i settori che nel nostro Paese sono cresciuti maggiormente in termini di fatturato durante lo scorso anno sono stati salute e bellezza (+39 per cento), moda (+28 per cento), alimentare (+24 per cento), elettronica di consumo (+21 per cento), casa e arredamento (+19 per cento), grazie anche agli investimenti degli operatori più grandi e a nuovi ingressi sul mercato, ma il loro fatturato online è tuttavia ancora modesto in termini assoluti e in proporzione agli altri settori (in tutti e cinque i casi è inferiore al 3 per cento).

Gli scenari del commercio digitale

Le responsabilità sono da imputare anche alle imprese italiane, che ancora faticano ad avere una prospettiva globale: il 35 per cento, infatti, ha canali di vendita digitali attivi solo in Italia e il 12 per cento di chi vende anche all’estero lo fa solo con un sito italiano, un trend che indica “un’internazionalizzazione ancora da costruire”, come sintetizzato ancora da Davide Casaleggio. Altro fenomeno, questa volta di segno opposto, è l’ingresso nel mercato digitale di operatori attivi in segmenti piuttosto specifici e fin qui ritenuti quasi esclusivamente fisici: un esempio è il portale GiffiNoleggi, che ha portato nel mondo del Web i servizi di noleggio furgoni, mezzi movimento terra e altre macchine da lavoro.